“Sono rigido nei principi” dice il candidato sindaco di 5 stelle, e lo afferma con quella puntigliosa serietà e con quell’orgoglio che hanno i giovani intelligenti che devono cambiare il mondo. E’ spiazzante sentire una frase così netta e pulita quando l’abitudine all’accettazione di ogni angheria civica non fa più sentire la pulsione morale. Federico Piccitto ci offre una opportunità, farci risentire persone capaci di nutrire vigore e speranza. Va tutto a pezzi – persino il Consorzio universitario è destinato alla messa in liquidazione – e questo ragazzo con la camicia linda e i capelli all’americana, giorno dopo giorno ci ha conquistati con una semplicità e schiettezza accattivanti. E’ bravo nel parlare, nel dire verità che suonano imbarazzanti per chi si è formato nell’ortodossia dei partiti, come “il movimento ha catturato anche gente di destra, ma il modello sociale che proponiamo è progressista”, e chi pensava di vederlo a disagio di fronte ad un furbacchione come Cosentini ha osservato – nelle interviste di queste ultime ore – un uomo con i piedi per terra ed i principi rigidi. A noi che fluttuiamo come vipere pur di non rimanere schiacciati dai nostri cuori induriti dall’incivilità, dalla mafiosità, dall’intrallazzo, ci è capitata questa fortuna: potere scegliere un’altra volta, dopo mille battaglie e mille sconfitte, qualcuno che ci ricordi il profumo dei buoni principi. Piccitto non ci propone l’illusione o il delirio come fece Dipasquale con la Ragusa grande di nuovo, bensì un punto fermo, sempre lo stesso, una identità irrinunciabile e quindi immobile – ed ecco perché rigida – da cui iniziare a tessere l’azione amministrativa. Sotto il casto cielo di Ragusa decidiamo senza paura un percorso che ci apra al futuro.