“Vi chiediamo di rimanere fedeli alla vostra religione, come noi ci impegniamo a rimanere fedeli alla nostra”. Il vescovo Paolo Urso, con queste parole, ha consegnato il Corano ad una rappresentanza di rifugiati ospitati a Ragusa nell’ambito dei servizi dello Sprar. L’iniziativa nel corso della celebrazione della Giornata del Rifugiato che si è celebrata venerdì con due appuntamenti. Il primo nell’Auditorium Santa Teresa, ad Ibla. Nel saluto, il direttore della Caritas diocesana, Domenico Leggio, ha spiegato il senso della celebrazione. Innanzitutto “fare memoria dei tanti cittadini italiani che sono stati costretti ad andare via dal nostro paese lungo i decenni precedenti. Ed ancora per ricordare tutte le persone costrette a lasciare il loro Paese in cerca di un’altra Nazione accogliente e che invece hanno trovato la morte, spesso nel mar Mediterraneo”. A seguire gli interventi di Fabrizio Maronta, redattore di Limes, che ha trattato il tema “Focolai di guerre, nazioni in crisi, persone dimenticate”, mentre Maria Silvia Olivieri del Servizio Centrale, ha parlato di accoglienza nello Sprar al di là dell’emergenza. Durante il secondo momento di festa ai Giardini Iblei, il vescovo ha consegnato ai rifugiati il Corano. In chiusura una cena con piatti etnici e la musica della Compagnia Faciti Rota e del Lakbir Trio.
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