Nei grandi cambiamenti la casualità delle coincidenze, dei parallelismi, delle intuizioni è sempre fortissima e conduce ad una esplosione contemporanea su più fronti di ribellioni e rivelazioni. E’ una presa di coscienza lunga e sofferta. L’inchiesta sul porto di Marina ha scoperchiato un sistema che dall’impresa al Palazzo ha arricchito qualcuno a discapito della comunità. A noi cittadini era stato narrato di una opera meravigliosa, della modernità del progetto di finanza, della velocità di esecuzione, delle ricadute economiche, e poi, dopo qualche giorno dall’elezione del nuovo sindaco, si scopre che il fiore all’occhiello dei politici cacciati via da quel 70 per cento di elettori che ha votato Federico Piccitto nascondeva ruberie e complicità. L’abbiamo raccontata negli anni passati (abbiamo scelto di ripubblicare su nostro sito internet tre articoli apparsi nel 2008) la storia reale di questo affare del porto – il simbolo della grande illusione -, ma i dubbi sollevati dall’inchiesta giornalistica non mutavano l’inclinazione del cittadino ad affidarsi al sogno che Nello Dipasquale offriva. Cos’è cambiato da allora nell’animo dei ragusani? E’scattata la consapevolezza, un processo faticoso e doloroso che ha però contagiato l’intera città facendole scegliere – non l’azzardo – ma la diversità assoluta rispetto al modello che era stato imperante e insostituibile. A Ragusa è accaduta una rivoluzione che non è solo l’elezione di Piccitto, bensì la liberazione dall’autorità rappresentata da un blocco di potere – poco importano i trasformismi – che ci aveva reso deboli nella nostra autonomia di pensiero e di giudizio. Lo “ius murmurandi” praticato in massa – come in tutti i regimi – è uscito dalla dimensione crudele e fantastica del pettegolezzo, e comunque privata, per divenire forza sociale e puntare su quel ragazzo pulito e segnato da una appartenenza – il movimento 5 stelle – la cui caratteristica principale è appunto l’andare contro le formule e le forme consolidate della politica. La presunta inaffidabilità del nuovo – ossia l’adesione di Piccitto a Grillo – si è rivelata, invece, una garanzia comune nel momento della protesta di massa poiché occorreva ed occorre rivedere l’impianto malato e agonico della città, fuori dagli schemi – impresa – turismo- porto – aeroporto – ripetuti con una ossessività martellante e vuota che come una cappa d’eternit impediva luce, aria, respiro, idea indipendente. Mercoledì sera a Video Regione il nuovo sindaco Piccitto ha detto una cosa che chiarisce i termini della rivoluzione ragusana: “Sono profondamente un 5 stelle” e sono però – aggiungiamo noi – il ragazzo di buon senso che vedete. Una qualità – il buon senso – può essere quindi coniugata con un pensiero diverso e libero (così questi giovani intendono e interpretano il movimento creato da Grillo) e proprio su questa fusione inedita, strana, e però attuabile, il ragusano ha scommesso la propria intelligenza. E’ straordinario per una città del Sud riservata e moderata come la nostra che sia accaduto questo cambiamento (non dimentichiamoci che Dipasquale e Cosentini qualche giorno prima del ballottaggio diffondevano un volantino con il “flit” per ammazzare i grilli) ed è ancora più significativo che andando in giro non si parli esclusivamente del sindaco ma anzi lo si inglobi in una definizione affettuosa e altamente politica “Chissà che fanno i ragazzi? Lavorano eh!”. Non è solo Piccitto, sono i ragazzi, i nostri ragazzi, quelli che devono cambiare tutto, col buon senso e con la fierezza della loro appartenenza. Ora si troveranno, fra gli altri problemi (c’era solo una patina di funzionalità che ricopriva inefficenza e marciume) persino un dirigente, Michele Scarpulla, infilato nei brutti affari del porto. E’ stupido ed antistorico ritenere che ditte e dirigenti combinassero guai senza che il sistema vedesse e sapesse. Non servono gli allargamenti delle inchieste, sono roba di magistrati e finanzieri. Noi ragusani il giudizio politico già lo abbiamo emesso: fine di un’epoca. Siamo andati anche oltre, abbiamo messo i nostri ragazzi dentro il Palazzo.
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