“Sapevo di avere un figlio speciale, troppo speciale”. La mamma di Antonio Basile, il quindicenne morto sabato sera per un incidente stradale lungo la Punta Secca – Caucana, ha voluto rendere testimonianza della “lezione” di “equilibrio, di sensibilità, di come non ci vogliano troppe regole per essere una persona perbene”. “Pensavo di averti insegnato tutto, di averti dato sempre le giuste regole – ha aggiunto Raffaella trattenendo a fatica il pianto -, ma in realtà sono io che ho imparato da te. In soli quindici anni mi ha insegnato tutto. Ed io ti prometto che ce la metterò tutta per stare accanto alla tua famiglia, al tuo adorato papà”. Poco dopo le 16,30 la bara bianca è entrata in chiesa accolta da un lungo applauso. La Cattedrale San Giovanni Battista era stracolma di gente. Anche il sindaco, Federico Piccitto, ha voluto rendere omaggio a questo ragazzo amato da tutti. A presiedere la liturgia, è stato l’arcivescovo Giambattista Diquattro, Nunzio Apostolico in Bolivia. A concelebrare con lui il parroco della Cattedrale, don Carmelo Tidona, don Graziano Martorana, don Giuseppe Ramondazzo e don Romolo Taddei. Sul presbiterio altri due sacerdoti, don Pietro Floridia e don Giovanni Cavalieri. E’ stato il parroco a tenere l’omelia. Ha parlato dei doni di Dio. “Il 10 novembre del 1997 – ha detto padre Tidona – il Signore ha donato Antonio a Nunzio e Raffaella. Il 14 dicembre dello stesso anno i genitori lo hanno presentato a Dio perché ricevesse il dono del battesimo, che per lui è diventato seme d’immortalità. Un dono che Antonio ha saputo accogliere ed esprimere nella sua fede, nei cinque anni di itinerario per ricevere i sacramenti”. Padre Tidona ha indicato Antonio come un ragazzo “il cui esempio va preso a modello da tutti”. Ha ricordato la sua “saggezza e la bontà d’animo”. Prima delle benedizione finale, tre amici sono saliti sul presbiterio per dare l’ultimo saluto a questo ragazzo “che è impossibile dimenticare”. “Rimarranno sempre con noi – ha detto il primo – il tuo bel sorriso, i tuoi occhioni allegri. Non dimenticheremo mai l’ultimo viaggio fatto in Grecia. Rimarrai sempre con noi, tra i banchi di scuola e nella vita di tutti i giorni. Chiedo a tutti di non piangere, ma di ricordare Antonio con un sorriso”. Ha poi ricordato la comune passione per la Roma. E sulla bara c’era una maglietta giallorossa ed un’altra, che indossavano anche alcuni amici, con la scritta “Ciao Sile”. Un altro ragazzo ha aggiunto: “Sabato sera ti aspettavamo per trascorrere un’altra bella serata insieme, non sapevamo che stavi lottando per non lasciarci”. “Sono qui a nome degli amici di famiglia, gli amici di sempre. Per dirti che staremo accanto alla tua famiglia”, ha detto il terzo giovane. Poi il saluto della mamma, la benedizione e un lungo applauso ha accompagnato l’uscita della bara dalla chiesa.