“Estendere il divieto di espropriazione immobiliare, oltre che all’unica abitazione del debitore, anche all’unico immobile strumentale all’esercizio di imprese, arti e professioni e ai relativi beni mobili; assoggettare a tali divieti non solo Equitalia, ma anche le società di credito e di intermediazione finanziaria, mantenendo inalterate le garanzie concesse a tali enti mediante l’automatica conversione dei contratti in prestiti vitalizi ipotecari rimborsabili alla scadenza; escludere dai benefici i soggetti condannati per reati contro la pubblica amministrazione, la fede pubblica, il patrimonio e coloro che, senza esserne stati impossibilitati, non abbiano assolto gli obblighi in materia di pagamento di imposte, tasse, tributi o di contributi previdenziali e assicurativi; escludere dalla partecipazione alle aste immobiliari nei Tribunali della Repubblica chi si trovi in tali condizioni; superare limiti, contraddizioni e incongruenze dell’art. 52 del D.L. 69/2013 che disciplina la riforma del sistema”. Sono queste alcune delle richieste avanzate, con un ordine del giorno cui è stata allegata la proposta di legge redatta in undici articoli, al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Presidenti delle Camere e delle Commissioni parlamentari dalla Conferenza dei sindaci, costituita su impulso del Comune di Vittoria a seguito del suicidio di Giovanni Guarascio, proposta fatta propria da un centinaio di Amministrazioni (tra cui quelle dei comuni di Catania, Ragusa, Enna e Reggio Emilia) e a cui gli amministratori di molte altre (tra cui quelle dei comuni di Firenze, Bologna, Modena) guardano con interesse. I sindaci hanno chiesto alle autorità destinatarie che sia fissata un’audizione urgente.