Si trova piantonato da due poliziotti in una camera del Reparto di Medicina dell’ospedale Regina Margherita di Comiso, Mirko Bottari, il 21enne disoccupato che martedì pomeriggio, intorno alle 16, ha bruciato vivo il padre Vincenzo Arcidiacono, al termine di una furiosa lite, perchè non gli assicurava una rimessa costante di denaro. In particolare, il giovane – secondo quanto riferisce la Polizia – avrebbe avuto un forte rancore nei confronti del padre in quanto pare che questi volesse dare i propri risparmi alla badante. Sino a tarda sera il giovane (figlio naturale di Arcidiacono, ma non riconosciuto), che presenta ustioni di primo e secondo grado alle mani e alle gambe, è stato interrogato dal sostituto procuratore della Repubblica di Ragusa, Federica Messina, delegata a seguire il delitto di Comiso. “Il giovane durante l’interrogatorio – ha ricostruito il magistrato – ha confermato di aver agito perchè il padre si era rifiutato di dargli dei soldi il giorno prima. È un caso molto complesso che presenta diverse sfaccettature e il delitto è maturato nell’ambito di una situazione familiare molto difficile, aggravata dalla disoccupazione del giovane e dalla sua continua richiesta di denaro”. Arcidiacono, 63 anni, ipovedente, che lavorava come centralinista al “Regina Margherita”, abitava in via Generale Girlando 6. Martedì pomeriggio stava riposando quando il figlio sarebbe entrato nella sua stanza e gli avrebbe versato addosso della benzina, comprata qualche ora prima, per poi appiccare il fuoco. In pochi istanti, il 63enne è diventato una torcia umana. Anche il giovane è rimasto ustionato ma in modo non grave. La casa, invece, è stata distrutta dalle fiamme.