Mancano gli interlocutori politici e istituzionali per fronteggiare l’emergenza sicurezza a Santa Croce. Tre risse in pochi giorni sembrano davvero tante. L’ultimo episodio di cronaca, sabato sera, a Punta Secca, ripropone il tema della sicurezza. “Non bastano i grandi proclami e peggio ancora gli annunci – spiega il consigliere comunale di minoranza, Luca Agnello – servono azioni concrete iniziando da un protocollo d’intesa con la Questura per rafforzare i presidi di legalità sui territori. La ondata migratoria sul suolo siciliano indubbiamente ha creato problemi di sicurezza ma il sindaco, che è la massima autorità sul territorio, deve fare le barricate, pur di garantire la sicurezza ai suoi concittadini. Vorrei ricordare al sindaco Franca Iurato e a me stesso che gli interlocutori politici a livello regionale e nazionale fanno parte dello stesso partito che governa a Santa Croce”. Agnello parla di un’amministrazione assente dai grandi problemi iniziando dalla sicurezza e l’ordine pubblico. “Siamo preoccupati per un fenomeno che ha assunto proporzioni dilaganti – aggiunge il consigliere di minoranza – non abbiamo bisogno di un amministratore che allarga le braccia. E’ troppo facile un comportamento arrendevole dinanzi ad un fenomeno così grave”. Tra breve in consiglio comunale l’approvazione del bilancio di previsione. “Se occorrono risorse economiche – tiene a precisare il consigliere comunale – da investire per la sicurezza siamo pronti, da subito, a votare in consiglio. L’amministrazione deve fornire gli strumenti attraverso un progetto ben articolato”. Il consigliere di minoranza, Carmelo Portelli, ha una visione più complessa del fenomeno immigrazione legato, in buona parte, alla certezza della pena per chi commette gravi reati in Italia. “Siamo stati testimoni in questi anni, nostro malgrado – spiega il consigliere Portelli – di decine di risse con protagonisti cittadini immigrati che continuano a soggiornare sul suolo italiano e nella fattispecie a Santa Croce. Gli accordi di natura giuridica tra alcuni paesi del bacino del mediterraneo andrebbero totalmente rivisti con la pena da scontare nei loro paesi d’origine. Le forze dell’ordine, pur svolgendo un ottimo lavoro, si trovano tutti i giorni dinanzi al giudice per la convadida del fermo e nella maggior parte dei casi vengono rimessi in libertà”. La legge Bossi-Fini (del 2002) che ha modificato in alcuni punti importanti il Testo Unico sull’Immigrazione (del 1988), prevede che un cittadino extracomunitario che si trovi nel suo paese di origine, per poter entrare regolarmente in Italia e soggiornarvi debba essere in possesso di un contratto di lavoro stipulato con un datore che, presumibilmente, non ha mai conosciuto.
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