Ancora un caso di maltrattamenti in famiglia. Ancora un caso di indagini condotte dalla Polizia di Vittoria e coordinate dalla Procura della Repubblica di Ragusa. L’indagine prende avvio nel maggio 2013 quando negli Uffici del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Vittoria si presenta una donna di 30 anni che all’ispettore, una donna, racconta una storia raccapricciante, di 12 anni di convivenza con un uomo più grande di lei che si sostanziano in maltrattamenti senza sosta tali da indurla, nella primavera scorsa, ad abbandonarlo definitivamente ed a scegliere la via della denuncia dei fatti. La donna racconta i particolari di quella vita vissuta assieme per più di un decennio con un uomo dal quale ha avuto anche tre figli. Un periodo caratterizzato da minacce continue ed anche violenze fisiche e psicologiche, che già nel 2001 costringono la donna a ricorrere alle cure dei sanitari e poi ad interrompere volontariamente, per la situazione familiare che già si delineava, uno stato di gravidanza in atto. La donna ha raccontato di atteggiamenti affettivi e sessuali disturbati del convivente che l’ha costretta a subire per sette anni, continuamente, e che hanno avuto una tregua dal 2008 al 2011 solo perché l’uomo è stato detenuto in carcere per altri problemi con la giustizia. Problemi che sono ripresi con forza e che hanno indotto, nuovamente, la donna a denunciare le violenze subite. La malcapitata, infatti, già nel 2003 aveva denunciato le violenze e da quelle dichiarazioni era originato un procedimento penale nei confronti del convivente. Per vicende processuali varie e per le continuate ritrattazioni della donna, il procedimento era stato poi archiviato. Alla luce del materiale probatorio raccolto nell’arco di tre mesi, la Polizia ha inviato all’autorità giudiziaria un dettagliato rapporto. L’indagine pertanto è stata coordinata dal sostituto procuratore Monica Monego che ha fatto richiesta di misura cautelare nei confronti dell’uomo. Il Gip ha quindi applicato al 46enne niscemese, residente a Vittoria, pluripregiudicato, la misura cautelare degli arresti domiciliari presso un’abitazione diversa da quella in cui risiedono la moglie ed i tre figli, che è stata eseguita giovedì dalla Polizia.
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