“Fermiamo le stragi del Mediterraneo”. Questo quanto scritto nello striscione, di Cgil, Cisl e Uil, in testa al corteo che venerdì sera, a Sampieri, ha percorso il lungomare in una silenziosa e partecipata fiaccolata dove dalle istituzioni più alte ai semplici cittadini, molti giovani e tanti extracomunitari, hanno voluto esserci per dire no alle stragi di migranti. La frazione di Sampieri, nota per la morte di tredici migranti nello sbarco del 30 settembre scorso, è diventata un simbolo. Dal moletto di Sampieri, che segna la fine del lungomare, il Prefetto di Ragusa, Vardè, ha lanciato in mare una composizione di fiori per la memoria di chi in quel mare, fuggendo da guerre, carestie e violenze di ogni tipo, ha lasciato ogni speranza di vita migliore. Poi, il momento delle testimonianze. Ha parlato Samia, una mamma tunisina, integrata da venti anni in Sicilia e che opera all’interno della Cgil di Santa Croce Camerina. Samia ha raccontato la sua esperienza di persona che ogni giorno si confronta con le problematiche di migranti ed extracomunitari lanciando un grido di dolore per le morti di tante donne, uomini e bambini che cercano in Europa pane, lavoro e libertà. Anche il Vescovo della diocesi di Noto, Staglianò ha voluto far sentire la sua voce. Lo ha fatto attraverso don Ignazio La China, parroco di Scicli, che ha letto un messaggio del vescovo. “E’ stata una manifestazione in un luogo simbolo del Mediterraneo – commentano Avola (Cgil), Fracanzino (Cisl) e Bandiera (Uil) -, partecipata e sentita e che ha registrato la presenza delle più alte cariche istituzionali della provincia di Ragusa, ma anche di tanti extracomunitari e tante persone che hanno condiviso il no a queste stragi”.
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