“L’operazione verità richiesta dal vicepresidente del Cui, Gianni Battaglia, dovrebbe essere fatta proprio dagli amministratori del Consorzio, invece di scaricare presunte responsabilità sui soci”. Lo dice il commissario straordinario della Provincia di Ragusa, Giovanni Scarso, dopo le dichiarazioni del vicepresidente del Consorzio Universitario Ibleo, Gianni Battaglia. “Siamo davvero al paradosso, qui il mondo si è capovolto: un amministratore nominato dai due soci che deve rispondere a Comune e Provincia addirittura si permette di tacciare di inadempienze i suoi azionisti di riferimento – ha detto ancora Scarso -. Non ci si può porre come organo ‘terzo’, Battaglia risponde ai due soci perché amministra il Consorzio in nome e per conto loro. Nel merito, la Provincia – urbi et orbi – da quando sono commissario straordinario – ha dichiarato Scarso – ha annunciato il suo impegno finanziario per il Consorzio e per il mantenimento della Struttura Didattica Speciale di Lingue. Negli strumenti finanziari della Provincia sono previste 150 mila euro per le spese del Consorzio (già deliberate e liquidate) e la somma in carico alla Provincia, previa intesa col Comune di Ragusa, per l’accordo transattivo sottoscritto con l’Ateneo di Catania. E queste cifre garantiremo. Nel luglio 2012 quando si discuteva del nuovo accordo transattivo con l’ateneo di Catania – ha dichiarato ancora il commissario straordinario della Provincia di Ragusa – durante un incontro alla Provincia, c’è un verbale sottoscritto dal presidente Di Raimondo, gli amministratori del Consorzio avevano assunto l’impegno di avviare incisive politiche di ‘spending rewiev’ per ridurre le spese gestionali del Consorzio stesso, proprio a salvaguardia degli stipendi dei lavoratori. A tutt’oggi ha dichiarato ancora Scarso – di queste azioni non si hanno notizie. Allora, se vogliamo fare l’operazione verità, facciamola sino in fondo. Invece di collocarci in un piedistallo e dispensare contumelie sarebbe il caso che qualcuno, non godendo più della fiducia dei due maggiori soci, trarrebbe le ovvie e naturali conclusioni”.
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