Ventitreesimo posto tra le piccole città. Ragusa recupera qualche posizione, lo scorso anno era al ventinovesimo, nella classifica di Legambiente “Ecosistema Urbano” che interessa i capoluoghi di provincia italiani. Scala sei posizioni, ma la percentuale, data dall’incrocio di diversi dati che riguardano la qualità ambientale, non è in miglioramento. Anzi. Si è passati dal 44,57 per cento al 44,42. Ma vediamo nel dettaglio i dati, calcolati sempre sulla base di quarantacinque capoluoghi inseriti nella fascia delle piccole città. Si conferma buona la qualità dell’aria, secondo posto con 16 milligrammi per metro cubo di biossido di azoto. Ottimo posto per il Pm10, e polveri sottili (23 per milligrammi per metro cubo), settimo posto per l’ozono. Un buon dato per i consumi idrici, 132,5 litri al giorno per ogni abitante (Ragusa è sesta), ma su 37 città che hanno risposto a questa parte del questionario, Ragusa è ventisettesima per le perdite idriche calcolate al 40 per cento. Bene la depurazione, il capoluogo ibleo è al settimo posto con il 99 per cento di depurazione. Posizione mediana per quanto riguarda la produzione dei rifiuti, 524,5 chili annui per ogni abitante: Ragusa è venticinquesima. Dieci posizioni più giù, invece, per quanto riguarda la raccolta differenziata. Il dato 2012 parla di 19,9 per cento. Un disastro il trasporto, quasi a fine classifica, con una piena coincidenza sia per la voce del numero dei trasportati che per quella del servizio. In pratica pochissimi i bus e pochissimi gli utenti. E così il numero delle auto è elevato, 69 per ogni cento abitanti, le moto appena 14 ogni mille cittadini. Trentatreesimo posto per gli incidenti con vittime, 0,67 ogni diecimila abitanti. Per quanto riguarda le aree verdi siamo al ventiduesimo posto; settimo posto per le aree pedonali, 0,55 metri quadrati per abitante. Va male, invece, per le ciclabili, appena ventottesimi, e le zone a traffico limitato, 0,27 metri quadrati per abitante. Ragusa sfrutta l’energia rinnovabile: settimo posto per il solare termico, dodicesimo per il fotovoltaico. Situazione disastrosa per quanto riguarda, invece, gli indici relativi alle aziende: quarantunesimi per le certificazioni Iso14001.
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