Sarà riattivato l’incubatoio di valle situato presso il mulino S. Rocco. La struttura, localizzata a Ragusa Ibla nella Cava S. Leonardo, e quindi in pieno sito Unesco, è la prima del suo genere in Sicilia inserita in un progetto specifico di rivitalizzazione, frutto di un trentennale impegno comune di Fipsas (la federazione di pesca sportiva), della Provincia di Ragusa e del biologo ibleo Antonino Duchi. L’intervento prevede la salvaguardia ed il recupero della fauna ittica dei corsi d’acqua della Sicilia sud-orientale per una gestione ambientalmente sostenibile della pesca sportiva. Di particolare interesse il programma di recupero della trota macrostigna (Salmo cettii), uno dei primi progetti in Italia di recupero di un salmonide autoctono e sicuramente il primo nel sud Italia (che ha usufruito di finanziamenti comunitari per cui dispone di valide attrezzature per la riproduzione artificiale ed il monitoraggio dei popolamenti ittici e degli ambienti acquatici). Il mulino e il relativo incubatoio risultavano chiusi ed in stato d’abbandono da circa due anni, a causa di una mancanza di fondi. La struttura rischiava di degradarsi ed addirittura era stata messa all’asta per fare cassa. “Fortunatamente l’intervento tempestivo di Fipsas e dei circoli di Ragusa, Modica ed Ispica di Legambiente – spiega il biologo Duchi – ha bloccato tale insensata scelta e quindi la struttura può ritornare ad essere quello che è sempre stata: un laboratorio per il recupero e lo studio della fauna ittica e degli ambienti acquatici, un centro di educazione ambientale legato all’ecologia – aggiunge il biologo – ed alla cultura della vallata dell’Irminio. Un’ importante struttura tecnico scientifica e didattica a servizio del territorio”.