Nella tarda serata di venerdì, la Polizia del Commissariato di Vittoria ha arrestato Giorgio Iaquinoto, vittoriese 59enne già sorvegliato speciale di pubblica sicurezza. Alla Polizia è infatti pervenuto un ordine di esecuzione per la carcerazione dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Palermo essendo divenuta definitiva, nel novembre scorso, la sentenza del Tribunale di Palermo che ha condannato Iaquinoto a 5 anni e 6 mesi di reclusione perché riconosciuto colpevole dei reati di riciclaggio e di impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, aggravati dall’avere agevolato l’associazione mafiosa. Le indagini dimostrarono che l’arrestato era solo in apparenza socio unico ed amministratore di una società a responsabilità limitata con sede a Carini che esercitava l’attività di commercio all’ingrosso ed al dettaglio di articoli elettronici. Ciò emerse nell’ambito delle indagini finalizzate alla cattura dell’allora latitante Salvatore Lo Piccolo. Iaquinoto – spiega la Polizia – era un semplice prestanome della società, lì messo per ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa di denaro, dei beni e delle altre utilità ed al fine di agevolare l’associazione per delinquere di stampo mafioso denominata “cosa nostra”. In effetti la società era riconducibile a due soggetti tra cui il reggente del tempo della famiglia mafiosa di Carini che invece, formalmente, risultava essere assunto con la qualifica di magazziniere. Dopo le formalità di rito l’uomo è stato condotto presso la Casa circondariale di Ragusa.