La giornata di mercoledì 19 marzo 2014 sarà ricordata come una delle più difficili per la storia dell’accoglienza di migranti da parte della provincia di Ragusa. E’ stato un giorno frenetico e convulso sin dalle prime ore della mattina. Ma dal momento in cui hanno cominciato ad approdare le navi militari con il loro carico umano, l’area portuale sembrava un campo profughi in una zona di guerra. L’arrivo record di uomini, donne e bambini, molti dei quali siriani scampati alla guerra, ha messo a dura prova i protagonisti istituzionali, delle forze dell’ordine, degli enti sanitari, delle organizzazioni no profit e delle associazioni di volontariato. Sino all’alba sono proseguite le operazioni di smistamento e distribuzione dei migranti. In quattrocento sono stati sistemati a Pozzallo tra il Centro di primo soccorso, la palestra comunale e la tendopoli allestita nella banchina portuale. Adesso, dunque, la città è stracolma e non può più accogliere altri ospiti sino a quando, quelli che attualmente sono presenti, non verranno destinati verso altre mete. Alcuni migranti sono stati dirottati a Comiso. C’erano quattordici autobus operativi, pronti a trasportare i cittadini stranieri nei luoghi deputati ad accoglierli. Alcuni bus, per ore, hanno funzionato, anche, come luogo provvisorio di accoglienza. Nel frattempo la tendopoli ha svolto la funzione di locale destinato ai controlli sanitari. Mentre si svolgevano le operazioni di controllo e smistamento, circa 130 migranti sono fuggiti, e alcuni sono stari ripresi dalle forze dell’ordine. Per due di loro è scattato il fermo, in quanto gli inquirenti li ritengono possibili scafisti. Ben quattro donne sono state ricoverate in ospedale per ipotermia. Sei soggetti sono stati destinati all’ospedale Maggiore ed uno al Guzzardi di Vittoria.