La Polizia ha eseguito il fermo di Ben Ali Alì, Ben Abd Rahmen Menny, e Ben Mbarek, tutti di origini tunisine per avere tratto ingiusto ed ingente profitto compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari di varie nazionalità. I tre arrestati hanno condotto dalle coste libiche a quelle italiane tre imbarcazioni cariche di migranti di diverse nazionalità e tra loro numerosissimi minori (oltre 200) molti dei quali neonati. Molti di questi migranti sono ora al riparo al porto di Pozzallo. I tre sono stati individuati dopo gli sbarchi grazie a migranti che hanno rotto il silenzio raccontando delle condizioni disumane imposte dai trafficanti per raggiungere le nostre coste. I migranti hanno detto di essere partiti 5 giorni prima a bordo di tre imbarcazioni, dove sono stati stipati. All’interno delle “carrette del mare” i disperati venivano faticosamente fatti sedere uno accanto all’altro ed in alcuni casi uno sopra all’altro, compresi i neonati, tenuti in braccio per giorni. Dopo aver soccorso ed assistito i migranti, la Polizia di Stato ha iniziato le procedure di identificazione e di intervista e qui si è capito, vista la paura dei migranti, che gli scafisti erano fra gli sbarcati. Tutti i migranti ascoltati come testimoni riferivano di aver deciso di fuggire dai loro paesi d’origine in quanto le condizioni di vita erano terribili, tra guerre civili e dittatura. Una volta deciso di scappare, la strada “obbligatoria” per questi poveretti è solo quella di andare in Libia dove le organizzazioni criminali locali si occupano di reclutare i disperati ed in cambio di circa 4 mila euro li mettono su imbarcazioni precarie per far raggiungere le acque internazionali dove poi chiedono soccorso per entrare in Italia. I testimoni dopo aver fornito un’attenta descrizione dei responsabili dell’organizzazione criminale, hanno indicato senza alcun dubbio coloro che avevano condotto l’imbarcazione. E’ chiaro che questi elementi fanno parte di una complessa associazione a delinquere gravitante in Libia ed in altri paesi africani che da anni organizzano questi viaggi. Le indagini continuano. I tre sono ora in carcere a Ragusa. Intanto a Pozzallo si attendono altre imbarcazioni con migranti.