Ha poca importanza non riuscire a sapere cosa faccia di buono e di bello l’onorevole Dipasquale a Palermo. Sarà senz’altro spettatore angosciato per il rimpasto che Crocetta non riesce a concludere, e, forse, vista la paralisi della Regione – nonostante i proclami di rivoluzione – il nostro ex sindaco si sentirà infastidito nel non potere manipolare l’immagine dei deputati dimentichi dei tanti guai della lontana umanità. Nulla può fare Dipasquale per la sua Ragusa: fu eletto perché doveva salvare la Sicilia ponendo la sua città come fulgido esempio di virtù ed invece niente ormai lo rende vicino e simile a noi. Cosa gli rimane della piccola Ragusa? Cosa conserva? Cosa ricorda? Non c’è ingratitudine: il valore più importante, quello dell’amicizia, è immutato. Nello Dipasquale è ancora quel che è stato: rispetta chi lo amato e chi lo ha servito e sa ripagare con generosità. Abbiamo letto che fra i collaboratori esterni del suo gruppo, il Megafono, c’è il ragusano Mario Papa che sempre gli fu fedele. La cifra è dignitosa: 21.396 euro annuali, uno stipendietto mensile garbato, misurato. Non chiediamo cosa faccia Papa per il Megafono, non si deve fare niente in certi casi, basta e avanza un legame affettivo con il deputato, né ci meravigliamo che proprio ad un ragusano sia toccata questa regalia; d’altronde anche un onorevole che non conta una mazza ha il diritto di ritagliarsi qualche piacere. Solo una cosa crea un minimo di perplessità: ma tutto questo gran cuore, Nello Dipasquale, lo potrebbe esprimere con i suoi soldi? Tocca a noi contribuenti tenere saldo il legame tra Papa e Dipasquale? Questo peso l’onorevole l’ha voluto democraticamente distribuire. E’ vero, l’amicizia ha sempre un prezzo, e i ragusani non possiamo sottrarci a tanta nobiltà di sentimenti.
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