Il vescovo di Ragusa, Paolo Urso, di ritorno da Roma dove ha preso parte alla messa di canonizzazione dei papi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, ha voluto esprimere il proprio affettuoso ricordo della figura di Antonio Salafia, il medico scomparso improvvisamente in India, dove da 42 anni prestava la propria attività in favore dei più poveri tra i poveri. “Ogni volta che rientrava a Ragusa veniva a trovarmi per un saluto e per fare un resoconto delle attività svolte in favore delle persone più bisognose di cure e attenzioni in India. Grazie al suo impegno e alla grande generosità dei ragusani, la nostra collaborazione si è fatta sempre più intensa: adozioni a distanza… sostegno per affrontare costosi interventi chirurgici… la possibilità di studiare a giovani sfortunati… Ogni anno, con i fondi dell’otto per mille, la diocesi gli assegnava dei contributi per sostenere i suoi progetti a favore dei lebbrosi. La sua gioiosa e generosa dedizione rimane un esempio luminoso di amore per i più poveri, ai quali si è dedicato senza riserve in oltre 40 anni di attività. Alla moglie ed ai familiari esprimo l’affettuosa e grata vicinanza mia personale e di tutta la diocesi di Ragusa”.
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