Il comune di Modica si dimentica la scadenza del 30 aprile 2014 per la presentazione al Ministero Economia e Finanze dell’elenco dei debiti. Secondo il consigliere Tato Cavallino si tratta di un atto irresponsabile. “In un momento difficile per le imprese è paradossale che il Comune di Modica non si sia interessato a comunicare al Mef l’elenco dei debiti certi, liquidi ed esigibili maturati al 31 dicembre 2013 e non ancora estinti. Questa amministrazione Abbate – scrive il consigliere Tato Cavallino – lavora con approssimazione e distrazione. Quest’opportunità, per la quale l’amministrazione deve adoperarsi subito senza perdere altri giorni pena sanzioni economiche per ogni giorno trascorso, non è ammissibile lasciarla sfuggire, sarebbe uno schiaffo a tanti creditori che avrebbero la possibilità di ottenere con maggiore facilità ed in tempi più brevi liquidità e credito dalle banche per somministrazioni, forniture, appalti e prestazioni professionali resi alla pubblica amministrazione. Come si può essere così superficiali riguardo ad un importante atto da eseguire che avrebbe dato una vera e propria boccata d’ossigeno a tante imprese in completo collasso? Il decreto spiana la strada per liquidare subito quanto dovuto alle imprese e si sa quanto il nostro tessuto produttivo sia allo stremo. Questo agire dell’amministrazione modicana – scrive il consigliere Tato Cavallino – preoccupa, come preoccupa la situazione di cassa e soprattutto la leggerezza riguardo alcune spese non obbligatorie e spropositate. Più volte si è chiesto al Sindaco di operare con rigore, con azioni responsabili ed austere, ma visti i fatti si continua ad arrancare perché non c’è programmazione, si agisce per l’apparenza e non per l’essenza. Il Sindaco deve immediatamente attivarsi per presentare l’elenco dei debiti certi, liquidi ed esigibili anche perché essendo un adempimento obbligatorio, il decreto legge ha puntato sulle sanzioni, prevedendo, – ricorda il consigliere comunale Cavallino per gli inadempimenti anche una sanzione pecuniaria pari a 25 euro per ogni giorno di ritardo”.