L’Ordine degli architetti di Ragusa comunica che il presidente dell’Autorità di vigilanza sugli appalti Sergio Santoro ha confermato il no a requisiti di gara troppo restrittivi per i progettisti. Rispondendo all’invito rivolto dal presidente della Commissione Lavori pubblici della Camera Ermete Realacci, Santoro anticipa che il chiarimento sui criteri di accesso alla gare di progettazione arriverà con la determinazione sulle procedure di affidamento degli incarichi professionali cui l’Autorità sta lavorando da mesi. Il nodo da sciogliere riguarda la contraddizione tra il codice appalti (articolo 41, comma 2) che stabilisce di non richiedere senza motivo requisiti di fatturato capaci di limitare la concorrenza e l’articolo 263 del regolamento appalti che al contrario impone alle stazioni appaltanti di restringere l’accesso alle gare ai professionisti capaci di esibire particolari requisiti di fatturato. “Paletti che di fatto – scrive l’Ordine degli Architetti – si tramutano in una barriera di ingresso al mercato pubblico per i giovani professionisti e gli studi meno strutturati”. Per Santoro è la norma del codice ad avere la preminenza. Nella determinazione, scrive il presidente dell’Autorità ,”verrà messo in rilievo che le stazioni appaltanti dovranno applicare l’art. 41 comma 2 del codice, secondo cui sono illegittimi i criteri che fissano senza congrua motivazione limiti di accesso connessi al fatturato aziendale”. Dunque, stop alla richiesta di requisiti di fatturato in modo automatico. L’interpretazione è che ogni richiesta di parametri specifici di questo tipo dovrà essere ben motivata e giustificata con la particolarità dell’incarico. “Siamo consapevoli che non è la soluzione a tutti i problemi del settore – afferma il presidente dell’Ordine di Ragusa, Giuseppe Cucuzzella – ma è un primo passo importante. Come abbiamo avuto modo di segnalare più volte, la norma del regolamento appalti contrasta nettamente con il codice ma anche con i principi comunitari che ispirano la nuova direttiva. Serve aprire il mercato della progettazione trasferendo questi principi nella riforma degli appalti che scaturirà dall’obbligo di recepire le nuova direttive europee”.