Un progetto ambizioso. Che nasce dall’interazione delle varie componenti che si muovono all’interno di una città. E che punta a ripensarne gli elementi progettuali, soprattutto in centro storico. Per superare l’attuale momento di degrado. Ed arrivare a modelli di sostenibilità più coerenti e al passo con i tempi. E’ questa l’idea di fondo, in sintesi, del workshop internazionale di progettazione “Un ponte tra le culture: dalla polis alla civitas” promosso dalla Fondazione Arch Ragusa, dall’Ordine degli architetti di Ragusa, dalla Cattedra di dialogo tra le culture della Diocesi di Ragusa, dagli assessorati alla Cultura e all’Urbanistica e ai Centri storici del Comune di Ragusa e dalla Soprintendenza ai beni architettonici e culturali presentato questa mattina a palazzo dell’Aquila. Un workshop che intende promuovere, in un’epoca di smarrimento e di degrado a più livelli, l’intramontabile idea della bellezza, declinata nell’arte, nell’architettura e nella teologia, con particolare riferimento al tempo, allo spazio e alla luce, per una ricomposizione armonica delle sfere tradizionalmente dette del “sacro” e del “profano”. “Il workshop – ha chiarito il presidente della Fondazione Arch, Gaetano Manganello – intende iniziare al dibattito e al confronto i cittadini che per la loro diversità sociale, culturale, religiosa ed anagrafica costituiscono la memoria storica dello sviluppo urbano e sociale della città e sono testimoni del grado d’interazione e delle mancanze oltre che delle priorità sociali. Tale confronto può indurre ad uno stimolo ed un arricchimento per il percorso professionale di coloro che operano nel settore della progettazione urbana ed architettonica”. Non è un caso che al workshop parteciperanno gli studenti dell’Università Etsam di Madrid, Sorbona di Parigi, Enau di Tunisi, dell’Accademia svizzera di Mendrisio oltre alle Università di Palermo, di Catania (struttura didattica speciale di Siracusa) e di Milano politecnico. Si coinvolgeranno le fasce giovanili di diversa provenienza culturale nella progettazione e nella condivisione di politiche urbane. Come area d’intervento, lo ha chiarito l’assessore comunale all’Urbanistica, Giuseppe Di Martino, è stato individuato l’asse costituito da spazi che si snodano lungo la via Roma, concepibili come possibili zone da riqualificare: dalla rotonda Maria Occhipinti in via Roma al portico del Vescovado, con annesso giardino; da piazza San Giovanni e palazzo ex Ina all’isolato urbano dell’ex teatro della Concordia. Il presidente dell’Ordine, Giuseppe Cucuzzella, ha sostenuto che “sensibilizzare alla bellezza dell’architettura, in vista di scelte progettuali rispettose della diversità della natura e della dimensione trascendente, deve essere fatto con particolare orientamento alla concezione di città quale spazio in cui ci siano luoghi di comunicazione, di scambio umano, fattivo, intelligente, luoghi pregnanti dal punto di vista simbolico”. Alla conferenza stampa di questa mattina hanno partecipato anche il presidente del Consiglio comunale di Ragusa, Giovanni Iacono, Giuseppe Di Mauro, componente del comitato organizzatore ed espressione della Cattedra, gli architetti della Fondazione Arch Laura Baragiola, Viviana Pitrolo, Pinella Guastella, Anna Fidelio, Cristiana Cannistrà. C’erano anche il prof. Giorgio Flaccavento e Gianfranco Iacono dell’associazione “Insieme in città”. Il primo appuntamento del workshop, che gode del patrocinio del Consiglio nazionale e della Consulta regionale degli architetti, è in programma lunedì 16 giugno a partire dalle 9,30 al vescovado di via Roma, nella sala del fondo Antico. Il workshop, con la programmazione di vari momenti di laboratorio che si svilupperanno sulla base delle esigenze scientifiche che di volta in volta emergeranno, andrà avanti sino a sabato 21 giugno quando ci sarà la presentazione dei progetti elaborati dai gruppi partecipanti.