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20/06/2014 -

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NO ALL’ABOLIZIONE DEL TAR CATANIA

tarVenerdì 13 giugno  il Governo ha approvato un disegno di legge di riforma della Pubblica amministrazione che  dispone a decorrere dal 1° ottobre 2014 la soppressione delle sezioni staccate di tribunale amministrativo regionale. Resta ferma la sezione autonoma per la Provincia di Bolzano. In definitiva, il Governo intende sopprimere otto Tribunali Amministrativi – Catania, Lecce, Salerno, Brescia, Reggio Calabria, Latina, Pescara, Parma. L’Associazione avvocati amministrativisti per la Sicilia Orientale ha immediatamente convocato un’adunanza, che si è tenuta martedì 17 presso la sede del Tar Catania, a cui hanno partecipato numerosi esponenti della Società civile, i Giudici ed il personale amministrativo del TAR Catania, gli avvocati amministrativisti, le autorità politiche locali. L’intento è quello di modificare il decreto prima che venga pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Secondo gli avvocati amministrativisti  ” il Governo non ha ancora chiarito quali siano gli obiettivi della norma sulla soppressione. Non è comprensibile nessuna riforma di un sistema giudiziario che passi esclusivamente attraverso la riduzione del numero di tribunali, se non si accompagna ad altre misure di razionalizzazione e snellimento. Ciò che temiamo, in verità, è che, dietro questa riforma, in questo senso meditata e per nulla frettolosa, ci sia l’esigenza Governativa di un maggiore controllo politico dell’operato dei Tribunali Amministrativi.  La cattiva reputazione della Giustizia Amministrativa è solo uno “specchio per le allodole”; la giustizia amministrativa garantisce tutt’oggi un sistema di tutela assai efficiente, soprattutto nella materia degli appalti pubblici, dove la corruzione spesso si “nasconde” alle indagini penali, ma viene fuori nei processi amministrativi.  I Tar  distaccati – scrivono gli avvocati amministrativisti – , invece, insistono su grossi centri urbani, crocevia di rapporti sociali ed economici, la cui soppressione minerebbe l’esigenza, affermata dalla Corte Costituzionale, della “permanenza di un presidio giudiziario in luoghi che hanno assunto nel tempo una maggiore centralità nella vita del territorio. La riforma non garantisce alcuna economia di spesa in ambito nazionale. I Tar  soppressi dalla norma in questione sono solo otto: va da sé che tale operazione nulla possa avere a che fare con i dettami della spending review. Al contrario, l’accesso ad un giudice amministrativo più lontano può determinare solo un progressivo aumento dei costi a carico degli utenti della giustizia: si pensi in particolare agli enti locali per la loro difesa in giudizio”. Riguardo alla soppressione della sezione Tar di Catania gli avvocati amministrativisti sottolineano la pericolosità di simile trasferimento, in termini organizzativi ed economici; impossibile che l’attuale sede del TAR Palermo possa ospitare le quattro sezioni interne di Catania più l’archivio, di circa 700 metri quadri.  Anche la situazione geografica ed infrastrutturale delle Regioni del Mezzogiorno non è compatibile con la soppressione dei TAR distaccati. La Sicilia e la Puglia sono tra le Regioni più grandi d’Italia, con notevolissime distanze tra il capoluogo e le altre città e a ciò si aggiunge anche la carenza di infrastrutture: in particolare, autostrade e ferrovie”. Il sindaco di Catania discuterà la questione a Roma con il ministro Graziano Del Rio.

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