No alla guerra, terra e libertà per il popolo kurdo. Da alcuni mesi i miliziani dell’autoproclamato Stato Islamico di Irak e Siria (ISIS) stanno sferrando un micidiale attacco all’autonomia democratica della Rojava, il territorio del nord della Siria resosi indipendente durante il conflitto siriano ed ora amministrato da un autogoverno comunitario kurdo. Fra il dispotismo feudale dell’Isis, che si fa strada col sangue e le strategie dell’Occidente è possibile concepire una terza via? La Rete italiana di Solidarietà con il popolo kurdo ribadisce il no all’invio di altre armi nella regione, la richiesta di invio urgente di aiuti umanitari, e la richiesta di riconoscimento politico del movimento kurdo in Rojava e in Turchia, movimento che si è dimostrato finora l’unico sul campo in grado di fronteggiare l’avanzata di ISIS in Medio oriente, anche togliendo il PKK dalla lista delle organizzazioni considerate “terroristiche”, lista stilata dai governi Usa ed Europei. Una serie di iniziative di sensibilizzazione e di raccolta fondi per i sopravissuti ai massacri dell’Isis che hanno trovato rifugio presso i campi profughi, gestiti e difesi dalle formazioni kurde, è già partita nelle scorse settimane e proseguirà nelle prossime in vari territori, così come il lavoro per una informazione completa, accurata e che dia conto di quanto succede davvero sul campo nella regione svolto dalla redazione del sito della rete: www.retekurdistan.it.” Ad illustrare la proposta kurda per una pacifica convivenza multietnica, multiculturale e multireligiosa in Medio Oriente è in Sicilia una delegazione kurda: ore 18,30 centro servizi culturali, via Diaz 56 lunedì 13 ottobre a Ragusa.
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