Continua il lavoro di Legambiente Greenpeace e WWF volto ad evitare l’arrivo delle trivelle sul canale di Sicilia davanti alla costa iblea. Venerdì prossimo alle 10 a bordo della nave di Greenpeace ancorata nel porto di Siracusa le tre associazioni illustreranno ai deputati e senatori eletti in Sicilia gli emendamenti presentati dagli ambientalisti alla commissione ambiente della camera volti a cancellare l’art. 38 del decreto Sblocca Italia.. Questa iniziativa seguirà quella di venerdì scorso a Licata quando le tre associazioni hanno incontrato comuni enti e associazioni al fine di costituire un coordinamento tra tutti coloro che sono contro le trivellazioni a mare e a terra e per un diverso modello di sviluppo per la Sicilia. Erano Presenti tra i comuni, l’AnciSicilia, i comuni di Noto, Scicli, Ragusa, Santa Croce Camerina, Vittoria, Butera, Palma di Montechiaro, Licata, Menfi, Porto Empedocle, mentre hanno dato l’adesione pur non potendo partecipare, Ispica, Modica, Acate, Favignana, Pantelleria e Lampedusa. Hanno anche aderito le associazioni dei pescatori e diverse associazioni culturali e ambientaliste dei comuni che si affacciano sul Canale di Sicilia tra cui il comitato NoTriv di Scicli. L’incontro, organizzato e curato da Giorgia Monti per Greenpeace e da Claudio Conti, del circolo “Il carrubo” di Ragusa, delegato per la campagna trivellazioni da Legambiente Nazionale, ha visto un primo risultato: la decisione di affidare all’Anci Sicilia la predisposizione di una delibera da fare approvare a tutti i consigli comunali, con la quale si chiederà al Presidente della Regione di impugnare davanti alla corte costituzionale l’art. 38 del decreto sblocca Italia, così come stanno già chiedendo decine di comuni in Basilicata. Legambiente continuerà, di concerto con le altre associazioni, l’attività di informazioni sulle ragioni del no alle trivellazioni, anche richiedendo consigli comunali aperti, in tutti i comuni della provincia di Ragusa e organizzerà incontri per allargare il fronte di coloro che si oppongono alla scellerata politica energetica del governo nazionale.
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