Ve lo ricordate Alberto Sordi nel Marchese del Grillo quando da lazzarone dice “Perchè io so io e voi non siete un cazzo!”? E’ la sintesi di un comunicato a doppia firma -Di Giacomo , Dipasquale – diramato al popolo per protestare contro il deputato nazionale Nino Minardo che nell’annunciare la tanto attesa firma per la convenzione sulla Ragusa Catania, che si apporrà in queste ore al Ministero competente, ha invitato alla cerimonia Sebastiano Gurrieri ex onorevole che da oltre un decennio segue, attraverso un comitato, l’iter del raddoppio. Nello Dipasquale non ha retto l’esclusione ed ha iniziato a farsi il giro dei colleghi dell’Ars -destra, sinistra e centro- per trovare qualcuno che manifestasse con lui sdegno per la “mala parti” ricevuta. Ha coinvolto, beccandolo al telefono, Digiacomo (ma poi abbiamo scoperto che questi non conosceva i particolari della nota avendo aderito all’iniziativa senza approfondire alcunché ) ed ha trascritto il manifesto della sua visione politica. Scrive Dipasquale: “Cosa fa Nino Minardo? Pensa di coinvolgere l’onorevole Sebastiano Gurrieri che tra l’altro non è più deputato da tempo e che dunque può andare a titolo esclusivamente personale all’incontro di Roma? Con questa logica Minardo poteva invitare qualsiasi semplice cittadino visto che Gurrieri rappresenta se stesso”. Inutile e illusorio ogni sforzo trasformista, da Forza Italia al Pd, non si cambia. La scala valoriale gli è rimasta invariata – è l’unico fattore immutabile che riesce a trascinarsi da un partito all’altro – la sua è una visione piramidale e non si accorge nemmeno della cafoneria in cui si piomba nel gloriarsi di appartenenze che a fatica gli han dato una collocazione nel mondo politico. E’ imbarazzante avere rappresentanti che mentre il mondo dei semplici cittadini va a pezzi si sentono offesi e sprizzano livore per un mancato invito a Roma . Si è agitato dunque perché un ex deputato parteciperà all’evento al posto suo? Che dramma! E’ così enorme la distanza tra i semplici cittadini e lui tutto preso dalla scacchiera dei suoi giochi cortigiani da non cogliere l’insulsaggine di certi interventi. Deve ancora trovarla la forma giusta, Nello Dipasquale, per esprimersi come uno di sinistra. Al momento ha colto solo l’aspetto leopoldesco della situazione, ma per stare nel Pd senza inanellare brutte figure bisogna almeno fingere di stare dalla parte dei semplici cittadini. Si parte dal linguaggio corretto e borghese; né bordello né castello signor onorevole, servono i toni della finta democrazia e anche se si è prepotenti occorre frenarsi, mascherarsi da rappresentanti al servizio della comunità. Insomma qualcuno del primo, secondo, terzo circolo Pd appronti un manuale, stili un Bignamino su come divenire socialdemocratico in un quarto d’ora, altrimenti se continua a ”nesciri u naturali” persino la corrente di Renzi lo scarica. Ci vorrebbe, per Nello Dipasquale, il partito del Grillo, il marchese però, perché lui è lui e le diseguaglianze son tanto belle!
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