Ha trascorso la prima notte in una cella dell’ala femminile del carcere catanese di piazza Lanza la 26enne Veronica Panarello, accusata dell’omicidio del figlio Loris, di 8 anni. La donna, come prevede il protocollo, è stata sorvegliata per problemi di sicurezza. E’ stata accolta con pesanti invettive da parte dei detenuti che, secondo quanto riporta l’agenzia Ansa, avrebbero urlato contro di lei “assassina, devi morire”. Qualche insulto è volato anche all’uscita della questura di Ragusa, martedì pomeriggio, al termine dell’interrogatorio dinanzi al procuratore della Repubblica, Carmelo Petralia, e al sostituto Marco Rota. I magistrati che hanno firmato il decreto di fermo con pesanti accuse: omicidio aggravato e occultamento di cadavere. Nelle 25 pagine del decreto di fermo, si legge che la donna “si è resa responsabile dell’omicidio del proprio figliolo con modalità di elevata efferatezza e sorprendente cinismo”. Le sue dichiarazioni e il suo racconto di quel che accadde quella mattina, si legge nel decreto riportato, per stralci, in un’agenzia Ansa, “confliggono palesemente con le risultanze delle registrazioni degli impianti di video sorveglianza installati lungo l’effettivo percorso seguito dalla Panarello”. Per questo è documentato, “oltre ogni ragionevole dubbio”, che quella mattina Loris di casa non uscì più, dopo esservi rientrato alle 8.32, un minuto dopo esser sceso con la mamma e il fratellino più piccolo. E non ci sono dubbi, secondo la procura, anche sul fatto che “nell’intervallo tra le 8.49 e le 9.23 di sabato” nessun’altra persona non conosciuta entrò nel condominio di via Garibaldi 52. La donna si è sempre professata innocente. Ora si attende l’udienza di convalida da parte del Gip.
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