E’ tenuta sempre sotto stretto controllo, per evitare eventuali azioni autolesioniste, Veronica Panarello, la donna in carcere a Agrigento con la pesante accusa di avere ucciso il figlio Loris di otto anni. Rimane nel penitenziario agrigentino dopo il no alla scarcerazione arrivato dopo quasi 24 ore di camera di consiglio da parte del Tribunale del Riesame di Catania. Le motivazioni non ci sono ancora, ma è chiaro che il tribunale etneo ha ritenuto attendibili le risultanze dell’ordinanza del Gip di Ragusa. La giovane donna, però, continua a professarsi innocente. Era previsto per oggi, ma slitterà a mercoledì, un incontro in Procura a Ragusa, per “fare il punto della situazione” e valutare le “ulteriori iniziative da intraprendere“. Perche’, si sottolinea dal Palazzo di Giustizia, restano “episodi da chiarire e sviluppare“, per quelli che il procuratore Carmelo Petralia e il sostituto Marco Rota chiamano “tutti gli scenari possibili“. Ma non solo, si osserva: “Un conto sono gli indizi di colpevolezza per un’udienza cautelare, un’altra cosa e’ portare prove in un eventuale processo“. E verifiche e indagini si accentrano su tre scenari: la donna ha agito da sola o ha avuto un complice che l’ha aiutata a compiere il delitto o nell’occultare il cadavere portando il corpo di Loris nel canalone di Mulino Vecchio. Tutte “ipotesi piene di criticita’“, per la difesa. Tutti indizi che, per il momento, per Procura e Gip di Ragusa e Tribunale del Riesame di Catania portano ad una sospettata: Veronica Panarello
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