“Le recenti esperienze maturate nella città di Ragusa in materia di assistenza alle fasce meno protette dei cittadini senza lavoro ed indigenti, hanno sancito la definitiva conclusione della stagione dei “sussidi a pioggia” . L’avviamento in varie forme ai lavori di pubblica utilità – ancorché sostenuta in maniera insufficiente dal bilancio comunale e dalle risorse regionali – ha inaugurato nuove procedure più eque e trasparenti per l’accesso agli interventi di sostegno al reddito. Il positivo confronto tra la CGIL e l’Amministrazione Comunale deve adesso compiere un nuovo salto di qualità.”. Questo il giudizio della Cgil che spera che kil metodo adottato si applichi per altre esigenze: “Proponiamo di intrecciare e coordinare gli interventi di pubblica utilità con la necessità di affrontare i casi più urgenti dell’emergenza abitativa. Una parte del patrimonio edilizio comunale oggi è sostanzialmente sottoutilizzato se non addirittura colpevolmente abbandonato al progressivo degrado. Di contro, gli effetti della crisi fanno registrare l’aumento dei casi di morosità incolpevole nei contratti di locazione e la conseguente crescita degli sfratti e della perdita dell’alloggio. In questo contesto è necessario avviare un progetto organico di recupero del patrimonio edilizio comunale a fini sociali per finalità emergenziali e non solo. Il progetto può essere sostenuto utilizzando le risorse umane disponibili nella platea di disoccupati e cosiddetti indigenti, sia nella fase preliminare di individuazione e censimento degli immobili destinabili alle finalità del progetto che nell’opera successiva di recupero e riadattamento degli stessi. Si tratta dunque di approntare non più generiche graduatorie, bensì segmenti della stesse distinte sulla base delle professionalità dei richiedenti e conseguentemente l’ impiego degli stessi in funzione del progetto.L”assegnazione degli immobili recuperati per uso abitativo deve avvenire secondo rigidissimi criteri di equità e trasparenza. e ina parte degli immobili di proprietà comunale – proponde la Cgil – se inadatti ai fini abitativi, possono essere concessi a titolo “gradualmente oneroso” a giovani lavoratori autonomi che intendono avviare una attività in proprio, al fine di divenire spazio destinato alla “incubazione” dell’autoimpresa sia individuale che in forma associata. Su questi temi rimaniamo disponibili al confronto costruttivo con l’Amministrazione Comunale e con tutte le forze presenti in Consiglio comunale con l’auspicio che al più presto venga definito un calendario di incontri da parte degli assessorati competente per la definizione esecutiva del progetto”.