L’indagine svolta dalla Polizia del Commissariato di P.S. di Vittoria sui disordini verificatisi tra giocatori ed accompagnatori delle squadre del Vittoria e del Paterno, all’ingresso degli spogliatoi alla fine della prima frazione dell’incontro di calcio, disputatosi solo in parte perché poi sospeso dall’arbitro, si è basata su quanto i Poliziotti dislocati all’interno del terreno di gioco hanno assistito (evitando che vi fossero conseguenze ulteriori) e dalla visione dei filmati registrati dai cineoperatori della Polizia Scientifica e da una telecamera di vigilanza installata proprio all’ingresso del seminterrato degli spogliatoi dello stadio comunale di Vittoria. Solo 30 secondi è durata la furibonda rissa, forse innescata da qualche parola di troppo, nel corso della quale sono volati violenti pugni, calci, manate strette al collo e spintoni vari. L’esito di tanta violenza è rappresentato innanzitutto dai due feriti, un giocatore ed il magazziniere del Paternò, trasportati presso l’Ospedale di Vittoria. Il primo rifiutava il ricovero ed era dimesso con una prognosi di 20 giorni e il magazziniere veniva dimesso con 5 giorni di prognosi. La rissa con eventi lesivi aggrava il reato e prevede la pena, per la sola partecipazione alla rissa, della reclusione da tre mesi a cinque anni. La Polizia di Vittoria ha individuato ed identificato quindici persone, nello specifico dieci della squadra del Vittoria e cinque del Paternò. Della prima squadra sono tutti atleti entrati in campo, che hanno giocato o erano in panchina, del Paterno oltre a quattro giocatori anche un accompagnatore.
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