Le difficoltà sempre più marcate che investono il Corfilac preoccupano il Distretto Produttivo Siciliano Lattiero Caseario che ha sempre sostenuto l’essenzialità del Centro di Ricerca per la Sicilia e la sua utilità per i settori della zootecnia da latte e dell’Agroalimentare. “Dopo che per anni il Corfilac è stato un qualificato punto di riferimento, ora è costretto a rincorrere la politica ed a vivere con l’acqua alla gola. Se da un lato i produttori dei formaggi dop siciliani (in particolare il “Ragusano” ed il “Pecorino siciliano”) sono seriamente e motivatamente preoccupati per i problemi che, nonostante la disponibilità e l’impegno del personale addetto (ancorchè non retribuito), incominciano a registrarsi per la marchiatura e la registrazione delle loro produzioni, dall’altro si rimane nella convinzione che il Centro non può essere salvato limitando gli interventi alla sola retribuzione del personale oltretutto in grave ed intollerabile ritardo. Il Distretto – scrive Enzo Cavallo – in più occasioni si è dichiarato disponibile a confrontarsi con chi amministra l’Ente e col Governo della Regione per collaborare alla indispensabile riorganizzazione del Corfilac. Al personale vanno garantiti gli stipendi per dare a ciascuno la tranquillità che merita per poter lavorare meglio e nella consapevolezza che il lavoro deve essere concretamente produttivo per il Corfilac, per il territorio e per la stessa Regione. Occorre però interrogarsi sul perché l’attività del laboratorio ha subito una sconsiderata e scoraggiante flessione. Perché la cacioteca non viene ripristinata e resa fruibile? Perché tante altre strutture del Corfilac non vengono utilizzate in relazione alle loro potenzialità? Perché non viene incoraggiato l’ulteriore e produttivo utilizzo del Caseificio sperimentale ? Perché non concentrarsi di più sui progetti per i quali è possibile accedere ai vari Fondi Comunitari?”.
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