Si fa luce sulla sparatoria di qualche giorno fa nelle acque del Mediterraneo. Sono stati arrestati due scafisti gambiani: il gommone era salpato dalla Libia con 109 persone a bordo. Uno dei migranti è stato ucciso ed un altro ferito con colpi d’arma di tipo militare. Il ferito era stato trasportato d’urgenza in ospedale in elicottero. Il giovane di 25 anni è deceduto in quanto colpito al cuore da un’arma da guerra di grosso calibro, il ferito è uno degli scafisti. Il timoniere si è salvato ma è stato arrestato ed ha reso confessione. Lo scafista: “siamo stati avvicinati da un gommone che aveva una grossa mitragliatrice a prua, condotto da alcuni in uniforme ed altri in abiti civili; ci hanno detto che erano della Polizia libica e che dovevamo invertire la rotta e tornare in Libia; ho proseguito e loro ci hanno speronato; uno dei libici diceva Stop, stop, poi ha imbracciato un grosso fucile ed ha esploso tre colpi, uno in aria, uno diretto a me, ma ha ucciso un mio connazionale ed un altro ha ferito il mio aiutante addetto alla bussola ed al satellitare”. La Procura di Ragusa ha disposto l’autopsia. L’operazione è stata condotta congiuntamente alla Squadra Mobile di Agrigento che ha eseguito l’ordinanza a carico del ferito. L’uomo aveva fornito una prima versione non veritiera, riferendo alla Polizia che erano stati attaccati da una motovedetta libica che voleva rapinarli. L’approdo nella banchina del Porto di Pozzallo era avvenuto giorno 23. I migranti erano tutti del centro Africa. Diverse le donne incinte e tanti i minori, alcuni in tenerissima età. I migranti erano tutti stipati in un capannone in Libia prima della partenza e gli organizzatori durante la notte li hanno trasportati in spiaggia dove vi erano i gommoni pronti con a bordo già “l’equipaggio”.
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