I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Ragusa e quelli della Compagnia Carabinieri di Catania – Fontanarossa hanno rintracciato e arrestato la latitante cittadina rumena Janina Marin, 30 anni, colpita da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Ragusa per i reati di tentata estorsione in concorso e favoreggiamento della prostituzione. Per tale vicenda, già nel mese di febbraio 2015, gli stessi Carabinieri di Ragusa, avevano dato un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di Salvatore Iacono, 65 anni, di Vittoria, imprenditore agricolo incensurato, accusato degli stessi reati. Nella circostanza la donna, che con lo stesso provvedimento risultava destinataria della misura della custodia cautelare in carcere, riusciva a rendersi irreperibile, poiché aveva fatto ritorno in Romania. I militari, monitorando gli spostamenti della 30enne, sono riusciti a capire che la stessa si sarebbe recata a far visita a suo fratello George, che si trova ristretto agli arresti domiciliari a Catania, in un’abitazione in località Playa. Per tale motivo, su indicazione dei colleghi di Ragusa, i Carabinieri della Compagnia di Catania – Fontanarossa, durante un normale controllo di del fratello per verificare il rispetto da parte dello stesso della misura degli arresti domiciliari cui si trova sottoposto, hanno fatto accesso all’abitazione trovando in casa anche sua sorella Janina, che veniva quindi arrestata. Le indagini che hanno condotto all’arresto dei due componenti della famiglia Marin, venivano avviate negli ultimi mesi dell’anno 2013, quando un imprenditore di Vittoria e allora esponente di un partito politico, dopo aver avuto un rapporto sessuale con giovani donne dell’est europeo, contattate tramite una bacheca di annunci on-line, rimaneva vittima di un’estorsione poiché, durante la consumazione del rapporto, gli venivano scattate delle fotografie compromettenti e, per impedire la divulgazione delle stesse, in più tranche, gli veniva richiesta la somma complessiva di 100.000 euro, da consegnare nell’arco di un mese. Capendo di essere rimasto intrappolato in un ricatto da cui non sarebbe più riuscito a venire fuori, il soggetto decideva di sporgere denuncia presso i Carabinieri che, immediatamente, avviavano le indagini per individuare gli autori del fatto.
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