Grande attesa per l’incontro a Scicli col giornalista di “Repubblica” Salvo Palazzolo, che col PM Nino Di Matteo ha scritto “Collusi. Perché politici, uomini delle istituzioni e manager continuano a trattare con la mafia” (Rizzoli): Giovedì 6 Agosto alle 21.30 nel cortile del Carpentieri (via Mormina Penna 38, Scicli; l’ingresso è gratuito) La serata fa parte delle “Conversazioni a Scicli”, gli appuntamenti organizzati dal “Brancati” di Scicli per l’Estate 2015. Di Matteo è nato a Palermo nel 1961; ha indagato sulle stragi in cui sono stati uccisi Falcone e Borsellino e gli agenti delle scorte, oltre che sugli omicidi di Rocco Chinnici ed Antonino Saetta; per l’omicidio Chinnici ha rilevato nuovi indizi sulla base dei quali riaprire le indagini e ottenere in processo la condanna anche dei mandanti, riconosciuti in Ignazio e Antonino Salvo, mentre per l’omicidio Saetta ha ottenuto l’irrogazione del primo ergastolo per Riina. Si è occupato dei rapporti tra cosa nostra ed alti esponenti delle istituzioni; è attualmente impegnato nel processo a carico dell’ex prefetto Mario Mori, in relazione ad ipotesi di reato eventualmente connesse alla trattativa Stato-mafia. Titolare – nel solco del lavoro di Chinnici, Falcone e Borsellino – di un’inchiesta che fa paura a tanti, è il magistrato più a rischio del nostro Paese. Le indagini che ha diretto e continua a dirigere lo hanno reso il bersaglio numero uno dei boss più influenti: Riina e Messina Denaro. Le parole del pm, raccolte da Palazzolo in “Collusi”, offrono una testimonianza diretta e autorevole sulle strade più efficaci per contrastare lo strapotere dei clan. E lanciano un grido d’allarme: Cosa nostra non è sconfitta, ha solo cambiato faccia: è passata dal tritolo alle frequentazioni nei salotti buoni, facendosi più insidiosa che mai; anche se le bombe tacciono, il dialogo continua: tra politica, lobby, imprenditoria e logge massoniche si moltiplicano i luoghi franchi in cui lo Stato è assente.