La Polizia ha concluso le indagini sullo sbarco del 25 agosto ed ha fermato altri due scafisti, di cui uno minorenne. Erano due le imbarcazioni soccorse arrivate a Pozzallo due giorni addietro e in quella con 114 persone a bordo di un gommone si è scoperto che uno dei due scafisti era un ragazzo di 17 anni del Gambia. I migranti provenienti da diversi paesi, in parte sono stati ospitati presso il centro di Pozzallo ed altri subito trasferiti in centri presenti sulla penisola italiana. Dalle testimonianze è stato possibile appurare che a condurre il gommone fosse un maggiorenne del Senegal coadiuvato per la rotta dal minorenne. Le prime risposte pronunciate da quasi tutti i migranti durante le fasi di identificazione sono xsempre le stesse: “sono stanco voglio solo riposare vi prego fatemi dimenticare”. Ma con grande impegno e professionalità, avendo inserito nel team di investigatori della Polizia degli interpreti che pochi mesi fa sono sbarcati così come i migranti che vengono ascoltati quasi ogni giorno a Pozzallo, i passeggeri si determinano a collaborare. I racconti dei migranti provenienti dal centro Africa non si limitano alla traversata via mare, ma prima passano per quella via terra, attraverso il deserto per poi giungere ai capannoni dove vengono stipati prima della partenza. I libici non si sforzano neanche di mettere il gommone in mare, sono gli stessi migranti che picchiati con bastoni vengono costretti a gonfiare e trasportare il battello in mare dove ci sono già gli scafisti pronti per la partenza. Tutti a bordo a gran velocità, tra colpi di bastone e minacce. I giovani centro africani hanno pagato 500 dollari per la traversata. Gli scafisti sono stati condotti in carcere, uno a Ragusa ed un altro a disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni, I testimoni sono stati ospitati in strutture protette in attesa della loro partecipazione al processo. Al riguardo molte le sentenze di condanna inflitte dell’Autorità Giudiziaria e già passate in giudicato.
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