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01/09/2015 -

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La mafia che cerca di intimidire gli agricoltori

imagesDa giorni è ormai noto alla cronache la notizia che la mafia ha distrutto il magazzino di lavorazione di prodotti ortofrutticoli di Maurizio Ciaculli, responsabile regionale siciliano Altragricoltura. “‘E’ indubbio che il fatto di per sè presenta molte zone d’ombra’ sottolinea Tano Malannino, presidente nazionale di Altragricoltura. L’opificio, infatti, pur essendo di proprietà di Ciaculli, era  affidato a curatela fallimentare che lo aveva affittato a terze persone. ‘E’ evidente –  continua Malannino – ‘che quando la mafia decide di colpire, lo fa, e questi episodi rappresentano sempre più la quotidianità. Ci chiediamo come mai non si potenzia la Procura della Repubblica di  Ragusa attribuendole strumenti e risorse idonee. Tutto questo ci porta a pensare che in seno allo Stato esistano cellule malsane per cui si ha interesse a lasciare in abbandono questo stato di cose. Una cosa è certa noi non ci fermiamo, il progetto che vedeva il magazzino e lo stesso Ciaculli simbolo di rinascita da cui partire per costruire un modello alternativo all’attuale commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli, viene solo ritardato. La legalità e la giustizia sociale nelle campagne e nella filiera agro-alimentare la spunteranno. L’episodio è di una gravità inaudita perché rappresenta non solo un tentativo di intimidire l’attività di Maurizio Ciaculli, conosciuto per il suo impegno dentro Altragricoltura contro il fenomeno delle aste giudiziarie e la contraffazione dei prodotti agroalimentari, ma vi è anche l’azione forte di inibire le lotte e le vertenze che l’organizzazione, insieme ad altri soggetti e alle comunità, sta portando avanti, ormai da anni, in Sicilia”.

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