Tante nazioni, tanti colori, una preghiera unica. Il centro accoglienza di via Carducci a Ragusa ha ospitato un momento di preghiera ecumenica alla presenza dei volontari europei che in queste settimane stanno operando in tre centri per richiedenti protezione internazionale gestiti dalla Fondazione San Giovanni Battista. L’ampio cortile della struttura ha accolto, dunque, stranieri di fede diversa ma animati da un medesimo anelito di fratellanza. “Preghiamo Dio – spiega Tonino Solarino, presidente della Fondazione – perché ci insegni a vivere insieme e perché possiamo imparare a vivere la relazione con l’altro come un dono e non come un problema. Ci rivolgiamo a Dio perché cristiani e musulmani possano riconoscersi quale dono reciproco. Vogliamo bene alla nostra religione, ai nostri antenati e alle nostre radici e per questo siamo grati a Dio. Ma la cosa più importante è capire che, prima di ogni cosa, siamo tutti esseri umani e figli di uno stesso Dio che chiamiamo in modo diverso. Pregare e mangiare in comunione sono due strade per imparare a vivere insieme”. Letture dal Corano e dalla Bibbia, canzoni di ispirazione spirituale hanno risuonato nel corso di un pomeriggio in cui la preghiera si è fatta gioia e dove la speranza ha trovato un solido appiglio. I 26 volontari europei che, finora si sono succeduti nei centri “Farsi prossimo”, “Famiglia amica” e “Vivere la vita”, provengono da Portogallo, Spagna, Belgio, Germania, Svizzera, Italia, Malta, Austria e Lussemburgo.