“L’idea di qualificare l’Ospedale di Comiso come un centro di attività sanitaria di Emergency la valuto, insieme al coro unanime di dichiarazioni pubblicate in questi giorni, un’ottima scelta non solo per il territorio ipparino ma soprattutto per una provincia che è diventata la vera porta dell’Europa e quindi terra di accoglienza e di solidarietà per antonomasia e dunque terreno naturale per allocare un’assistenza sanitaria che non prevede nel suo bilancio profitt”. Lo sostiene la Cgil che aggiunge: “Superando i consensi e le strette di mano di circostanza, con Gino Strada bisogna avviare un serrato e serio confronto che si lega alle necessità e quindi alle condizioni, che egli riterrà più opportune e più idonee, per concretizzare un progetto di gestione sanitaria atipico per quanto siamo abituati a vedere. Esso è fondato sul no profit e sull’attenzione soggettiva secondo la quale fare il medico ospedaliero non è una professione come tante altre, ma una missione sociale, senza spazi e senza tempo, che Emergency applica quotidianamente nei luoghi in cui agisce. Sarà la Regione siciliana, contitolare della convenzione, capace di offrire garanzie, idee e risorse per centrare quest’obiettivo? Il personale che tuttora è lì impiegato in un’attività ospedaliera di consuetudine sarà riconvertito al nuovo progetto o si dovrà essere destinato in altre direzioni? Nell’euforia dell’idea non vorremmo – scrive la Cgil – che ci si dimenticasse che il successo dell’iniziativa è legato al modo con cui la destinazione del nosocomio comisano è realizzata senza lasciare nulla d’intentato o indefinito per una finalità che è sin troppo nobile perché la burocrazia possa sminuirla e condizionarla all’altare dei ritardi, dei danni e dell’inefficientismo”.