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08/10/2015 -

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RETE OSPEDALIERA, SPARTIZIONE E VANAGLORIA

barbariEd ecco in scena i politici con le fauci spalancate per mordere la preda e papparsela tutta. Dopo pochi giorni dall’annuncio del riordino della rete ospedaliera nella provincia di Ragusa, voluto da Aricò e spacciata come ottimizzazione dei servizi per il bene comune – così ci ha raccontato l’onorevole Pippo Digiacomo al consiglio comunale aperto di Ragusa, l’unica comunità che non se l’è bevuta- affiorano i contorni, sempre gli stessi, di accaparramento e di rapporti privilegiati che nutrono il sistema sanitario siciliano. Cosa è accaduto? Che il sindaco di Modica ha diramato una nota colma di soddisfazione per il futuro della riabilitazione del Busacca di Scicli annunciando che aveva già preso i migliori contatti…Chi si è scatenato? L’onorevole Orazio Ragusa perchè Scicli è territorio suo. Vediamo cosa ha scritto: ” L’arroganza e la presunzione del sindaco di Modica non conoscono confini e ritengo non abbiano pari nel panorama politico dell’area iblea. Il gusto di apparire lo spinge a disconoscere l’abc della deontologia politica oltre a non rispettare il lavoro compiuto dagli altri. Il tutto per andare incontro a topiche clamorose. E’ il caso della cantonata colossale che il primo cittadino ha preso con la vicenda della creazione di un distaccamento di riabilitazione al Busacca di Scicli di cui ha dato comunicazione dopo un incontro con il direttore generale dell’Irccs di Messina, Angelo Aliquò. Il sindaco ha scoperto l’acqua calda visto che da più di un mese questo percorso era già stato tracciato dal sottoscritto che ne ha dato, allora, opportuna comunicazione affinché la cittadinanza sciclitana, provinciale ma anche regionale fosse resa edotta…Fa riflettere, e molto – continua l’on. Ragusa – che il sindaco di Modica preferisca occuparsi delle situazioni sanitarie di Scicli piuttosto che di quelle della sua città. Forse perché non riesce a risolverle e allora si incunea laddove la strada è già stata spianata?. I primo cittadino di Modica dovrebbe pensare alla sanità della sua città piuttosto che farsi politicamente bello”. Si tratta di un brano memorabile; c’è dentro la pomposità, l’isteria, l’egoismo del ceto politico di questi anni: merita uno studio, equivale ad una epigrafe preziosissima per gli archeologi del futuro. Immaginiamoci la notizia del ritrovamento. “Un reperto in lingua mista – lettere di abbecedario, italiano pop e lombardo – (c’è il termine topica invece dell’allora più usato sbaglio)- che descrive una lotta tra due capi dello stessa area per la proprietà di un luogo di cura magico – viene citato un Angelo- destinato ai poveri – gli ospedali infatti accoglievano solo il basso ceto. Non è chiaro però il riferimento alla scoperta dell’acqua calda che dalle ricerche precedenti ci riporta ad aree industriali del Nord comunque lontane dai siti di Modica e Scicli. Interessanti le parole “politicamente bello” forse una gara tra due uomini della stessa tribù dei politici per la spartizione di donne, bottino, ricchezze”. Più o meno ci azzeccheranno.

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