La giornalista Alessandra Ziniti sul quotidiano La Repubblica racconta ciò che hanno ricostruito i magistrati riguardo i familiari della madre del piccolo Loris. Questo l’articolo: “E’ come se ci dessero uno stipendio”. Tremilacinquecento euro ad intervista, duemila euro per la presenza a Domenica Live, “regalini” di vario genere. E persino il pagamento di cure mediche. C’è di tutto nel prezziario che soprattutto le reti Mediaset avevano approntato per assicurarsi la presenza dei familiari di Veronica Panarello in tutte le trasmissioni del gruppo. Polizia e carabinieri che intercettano i familiari della giovane donna accusata di aver ucciso il figlio Loris, il bambino di otto anni trovato strangolato in fondo ad un canalone alla periferia di Santa Croce Camerina il 29 novembre dell’anno scorso, ascoltano anche le conversazioni tra la mamma e la sorella di Veronica e la conduttrice Barbara D’Urso, ed altri redattori dei programmi. Testimonianze agghiaccianti quelle della mamma e della sorella di Veronica che poi, nei giorni immediatamente successivi, cambiano improvvisamente il tenore dei loro commenti in favore di telecamere. Per giorni e giorni sono le protagoniste di tante trasmissioni, soprattutto di Mediaset e le conversazioni intercettate, fanno dire agli inquirenti che ” la morte di Loris per l’intera famiglia Panarello è diventato un business economico”. I magistrati ricostruiscono un vero e proprio tariffario delle comparsate tv dei familiari di Veronica e intercettano anche Barbara D’Urso mentre, per convincere la mamma di Veronica a tornare in trasmissione per sostenere la tesi innocentista, dice: “Dobbiamo rimanere sul pezzo, perchè altrimenti l’opinione pubblica si convince che Veronica è davvero colpevole”. C’è anche questo nelle 250 pagine di carte depositate dalla Procura della Repubblica di Ragusa dopo la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini a Veronica Panarello in vista della richiesta di rinvio a giudizio per omicidio aggravato. “Per noi è stata lei e questo è il compendio della nostra indagine completa di un profilo personologico non indifferente”, spiega il procuratore Carmelo Petralia. Dalle tante testimonianze delle persone sentite da polizia e carabinieri, quello che viene fuori di Veronica Panarello è il profilo di una donna “capace di tutto”, che “in modo premeditato e con spiccate capacità criminali, ha fornito una ricostruzione del tutto falsa della giornata del 29 dicembre”, scrivono gli inquirenti. Anche alcune amiche raccontano che Veronica aveva un rapporto difficile con Loris che non avrebbe amato allo stesso modo del figlio più piccolo che riconosceva simile a lei a differenza del primogenito. E sono anche la madre e la sorella di Veronica Panarello, più volte intercettate dagli inquirenti nell’immediatezza del fatto, a dire di Veronica: “Lei è capace di tutto. E’ una ragazza difficile, molto difficile. E’ pazza, è un pericolo per tutti, ha una cattiveria con tutti. Non dovevano lasciarla da sola con i bambini”.
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