Il circolo Sikelion Legambiente di Ispica apprende con sgomento che negli scorsi giorni un privato cittadino ha protocollato in municipio una nota in cui segnala la situazione di degrado in cui verserebbe la chiesetta rupestre di San Sebastiano. Dell’antico edificio, parzialmente demolito nel XIX secolo e trasformato in fornace, si conserva la parte scavata in uno dei costoni calcarei della Cava Ispica meridionale; esso si affaccia sui tornanti della strada provinciale n. 47 in contrada “Barriera”. Secondo quanto si legge nel documento, nell’ambiente principale sarebbero attualmente abbandonati alcuni pannelli in legno, mentre il piano sotterraneo si troverebbe ingombro di foraggio. Ignoti, inoltre, vi avrebbero installato un rozzo cancelletto in legno, e già in passato vi avrebbero ricoverato del bestiame. «Noi di Legambiente denunciamo da tempo come l’intero complesso archeologico e turistico della Cava sia gestito poco e male», ha commentato a caldo la presidente, dott.ssa Natalia Carpanzano. «Speriamo che, dopo questo ennesimo episodio, le Istituzioni a tutti i livelli si decidano ad intervenire: in prima persona, oppure accogliendo l’appello che più volte abbiamo lanciato, di indire una gara pubblica per l’affidamento del sito ad esponenti della società civile, i quali abbiano i fondi, la capacità e la passione necessari ad una sua adeguata valorizzazione».
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