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26/11/2015 -

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METRA, E I CINQUESTELLE STANNO A GUARDARE

lotta-di-classeSicilia, la regione più povera d’Italia. E Ragusa la città più ricca dell’Isola com’è combinata? Malissimo. Gli imprenditori non hanno più il becco di un quattrino avendo avuto il coraggio nei primi anni 2000 di investire nel futuro – non sapendo quanto si rivelasse nero-,  il commercio è finito, le poche industrie sono in via di estinzione, vivacchiano i dipendenti pubblici, continuano a stare bene solo i professionisti superqualificati o gli sparuti ricconi. Lo Stato ci ha dimenticato o forse pensa che non si deve occupare di un’isola in mezzo al Mediterraneo che confina con tutte le aree calde di questa maledetta terza guerra mondiale non dichiarata. Parlare di Crocetta è inutile, tutti i siciliani sanno della sua immensa incapacità, e tutti vediamo che il Pd pur di non abbandonare poltrone e governo rimane lì a succhiare quel che resta. A Ragusa i lavoratori della Metra – l’alluminio che fu la ricchezza di questa città e che insieme all’asfalto è l’industria storica di Ragusa – – vivono un momento drammatico: forse l’azienda vuole delocalizzare la produzione. Cosa è accaduto in consiglio comunale? Il Pd presenta un ordine del giorno per invitare il sindaco e l’amministrazione a promuovere un tavolo di discussione e di relazione _ sindacati, azienda, dipendenti – sulla crisi della Metra. L’amministrazione per bocca dell’assessore Salvatore Martorana decide di non aderire sostenendo che i lavoratori della Metra non hanno al momento chiesto alcunchè all’esecutivo. L’ordine del giorno viene votato solo dall’opposizione. La vicenda merita una piccola riflessione. Partecipiamo, la lista di Iacono e Martorana, è entrata in giunta per fecondare un sentimento politico fra i cinquestelle e rappresenta una garanzia per i progressisti ragusani riguardo la interpretazione della realtà e la comprensione dei conflitti sociali. Sul resto il movimento se la cava; sono essenziali, pratici, onesti, scrupolosi e via dicendo. Sono piatti, però, – i cinquestelle-  alla voce lotta di classe: non sanno cos’è, cosa significhi, non riescono a riconoscerla neanche se gli viene sbattuta sotto il naso. L’unico elemento di socialismo presente nelle loro coscienze è un ambientalismo in nome dei prodigi della scienza e della tecnica. Esempio lampante di come non sentano il “motore della storia” si è avuto qualche giorno addietro quando i consiglieri cinquestelle durante una discussione in una commissione consiliare non capivano che un operaio davanti al padrone può sentirsi intimidito e non protetto qualora dovesse raccontare episodi delicati sulla quotidianità vissuta dentro una azienda. E’ solo un esempio per far capire l’acerbità, in certe occasioni, del movimento. Ebbene, la funzione politica di Partecipiamo – anche se non ammissibile davanti a ‘sti ragazzi – è comunque quella di ampliare il panorama intellegibile dei cinquestelle che altrimenti risulta limitato, scarno, infantile. Il dottore Martorana che sta avendo la fortuna di vivere questa esperienza amministrativa immerso in un bagno di gioventù non può dimenticare questo ruolo che non gli dà Iacono, ma una buona fetta di elettorato ragusano che si è affidato ai cinquestelle e che però non vuole dimenticare un bagaglio di cultura politica. Capiamo che ormai Martorana si è caricato un fardello pesante: va in consiglio come un vietcong, spara e para colpi in tutte le posizioni kamasutriche per proteggere la bontà della missione politica dell’amministrazione, ma la tattica veloce della conta in campo dei consiglieri e degli schieramenti, sull’ordine del giorno della Metra, non funziona. Sono una massa da educare, i consiglieri cinquestelle, e Partecipiamo – al di là di coloro che avevano presentato questa istanza di interessamento per i lavoratori – doveva immediatamente far capire al gruppone pentastellato che quando ci sono gli operai si fermano le sfere, e le stelle non stanno a guardare: si mobilitano.

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