“Abbiamo plaudito l’iniziativa che ha visto il Sindaco Federico Piccitto ed il suo vice promuovere la realizzazione di opere di ripristino dei Giardini Iblei, cosa che riteniamo ammirevole! Peccato però che il ripristino di cui si parla sia limitato ad un ristretto gruppo di strutture (vasca grande e relativo recinto; alcune basole, montagnola etc….). Desideriamo qui modestamente fare notare che il nostro giardino, realizzato a suo tempo dai nostri padri, è una realtà ben più composita e ricca di numerose altre amenità e scorci da troppo tempo preda dell’incuria: meriterebbero pertanto, a nostro parere, eguale attenzione da parte della pubblica amministrazione. Per fare una breve storia patria che serva da monito, il nostro pensiero va al boschetto di pini secolari all’ombra dei quali si poteva godere della frescura estiva, a suo tempo orrendamente abbattuto. Adesso, preghiamo l’Amministrazione di salvare l’originalissima scultura rappresentante il dio Nettuno che campeggiava in origine in mezzo ai papiri e alle limpide acque di un laghetto, statua del pregiato scultore Filippo Giummarra, uomo schivo e semplice che non amava pomposamente firmare le proprie creazioni e che insieme al fratello Giorgio ha realizzato magnifiche opere quali la vasca sita in Piazza Duomo (ora priva dell’originale puttino dal quale zampillava l’acqua), e altri pregevoli fregi di alcuni palazzi compreso quelli della facciata del Circolo di conversazione; ritornando al Nettuno lo ritroviamo oggi chiuso dietro un artistico cancello, in completo oblio, seminascosto da grandi foglie che ne ostruiscono la visione, circondato tra l’altro da una pozza di acqua stagna. Vorremmo passeggiare tranquillamente attraverso il vialetto a ridosso della chiesa del Crocifisso (proprio sotto la montagnola), se non fosse infestato com’è dalla presenza di erbacce, calcinacci e quant’altro; lungo il suo cammino potremmo inoltre ammirare le due statue, qualora venissero ben pulite e restaurate, sopravvissute al grande terremoto del 1693, rappresentanti San Giovanni Evangelista e Sant’Anna con Maria bambina (quest’ultima mutilata della graziosa testina), per imbatterci infine, adiacenti alla suddetta chiesa, nel luogo in cui sono stati scoperti dei reperti archeologici che andrebbero meglio tutelati dalle intemperanze dei ragazzi che non di rado si scorgono invadere il sito, profanandone i resti di atavica memoria. Ripercorrendo poi la linea del tempo ci piace ricordare il singolare monumento stile liberty, costruito intorno al 1925 ad opera dell’ing. Carmelo Arezzo in memoria dei nostri caduti nel corso della Grande Guerra del ’15- ’18, laddove perirono anche i famosi ragazzi del ‘99; il monumento composto da quattro colonne fregiate artisticamente, congiunte tra loro da una grossa catena, chiusa al centro da un semplice cannone, ai piedi del tempio quattro dune di roccia spugnosa sulle quali emergono con incavi e rilievi i nomi dei valorosi soldati. Oggi però gli stessi nomi si presentano tristemente scoloriti, spezzettati o spariti del tutto, ciò non può che destare pietà: quando infatti le corone di alloro sono state deposte nel ricordo dell’epico 4 novembre hanno trovato luogo in uno scenario sconcertante al limite dell’insulto e del vilipendio alla memoria dei caduti, facendoli sicuramente rivoltare là dove si trovano; ci chiediamo quindi come possa accadere che nessuno si sia accorto del degrado in cui versa il monumento? Sarebbe infine essenziale segnalare adeguatamente tutti questi siti con opportune tabelle informative a vantaggio di tutti coloro, turisti e perché no anche ragusani, che ne sconoscessero la storia. Allora sig. Sindaco vanno bene i lavori intrapresi, la preghiamo però di estendere l’eccellente iniziativa a tutte le altre realtà di rilievo storico culturale che insistono all’interno del nostro giardino e che pure necessitano di urgente intervento di ripristino, ciò al fine di non disperdere questo nostro prezioso patrimonio”.
Lettera firmata