Lo stato di crisi che sta vivendo il territorio ibleo si è particolarmente accentuato nel corso del 2015 perché si sono modificati alcuni connotati specifici che rendono il quadro economico occupazionale, produttivo e economico significativamente peggiorato. La situazione è stata descritta dai segretari di Cgil,Cisl e Uil in una conferenza stampa. I sindacati sostengono che se nel 2014 si sono registrati i bassi livelli di occupazione in quasi tutti i settori produttivi con l’aumento sensibile delle fasce di povertà, fenomeno mai conosciuto in questa provincia dal dopoguerra in poi, l’anno che sta per concludersi si caratterizza per la “decostruzione di una strategia che poggiava le proprie basi su alcuni riferimenti storici ed identitari certi per questa provincia”. In piena crisi e in fase di chiusura le cementerie Colacem, si rischia il disimpegno della Versalis contro il quale i sindacati si stanno battendo affinché non passi di mano ad un fondo americano, ipotesi che segnerebbe la fine della presenza Eni in provincia di Ragusa, la difficoltà di aziende come la Metra e della media e piccola impresa artigianale, e nel complesso di tutto l’indotto che ruota attorno a questi storici agglomerati industriali. La costituzione di un tavolo permanente che veda insieme a Cgil, Cisl, Uil e le forze datoriali appare per i sindacati una soluzione utile a mettere in campo azioni e iniziative capaci di lanciare la sfida al degrado che tutti stiamo vivendo. “La Provincia Regionale di fatto non esiste più, i liberi consorzi sono vittime dell’ingovernabilità della Regione Sicilia che fa capo al presidente Crocetta e quindi non decollano, la Camera di Commercio è nei fatti unificata con quella di Catania e Siracusa. Questo stato di cose è il frutto di una retrocessione in termini di produzione – la provincia di Ragusa contribuiva per l’80 per cento al Pil siciliano – di occupazione – negli ultimi dieci anni l’occupazione è passata dal 45,4 per cento al 36 per cento e i disoccupati sono saliti dall’8,1 per cento al 19,1 per cento -. Al palo – dicono i sindacati – le prospettive di crescita delle infrastrutture: non saranno appaltati i lotti autostradali della Modica – Marina di Ragusa pur essendoci le risorse; nulla si sa del braccio di collegamento tra la superstrada “ragusana” e l’aeroporto di Comiso – anche qui esiste il finanziamento –. Il progetto di finanza della super strada Ragusa – Catania si è ridotto ad un fiume carsico: appare e scompare secondo le pressioni cicliche del sindacato e della politica. Nelle nebbie più spesse il futuro del Porto di Pozzallo di cui non si riesce a stabilire funzione e destino. Continua a mancare una seria programmazione in materia di edilizia scolastica, tema fondamentale per la sicurezza e per il parziale rilancio del settore edile”.
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