“Le recenti decisioni del Ministero dell’Economia di bloccare le Trivellazioni nel Canale di Sicilia, Licata e Pantelleria, ma di dare il via libera al largo di Pozzallo, lasciano perplessi”. Così inizia la nota del segretaro generale della Cgil Giovanni Avola che scrive: “Se il Ministero ha rigettato o notevolmente ridimensionato una miriade di richieste di ricerche e perforazioni a mare per interferenze con i limiti previsti dalla vigente normativa ambientale, come mai alla Petroleum Transunion sono stati autorizzati nuovi campi di ricerca davanti alle coste di Pozzallo per un totale di 50 Km quadrati? C’è di più. La società in inglese Petroleum Transunion aveva avanzato una richiesta di 496 km quadrati ma si è vista autorizzare solo 50 km quadrati nel tratto di Coste di Pozzallo –Marina di Modica – Donnalucata. Sarebbe opportuno conoscere, prima dell’avvio delle perforazioni di ricerca, le motivazioni dell’autorizzazione e se le stesse non provochino danni ambientali e quindi se siano compatibili con gli interessi del nostro turismo e con tutta l’economia del mare che negli ultimi anni ha avuto una significativa crescita. Ritengo che i sindaci interessati e la deputazione nazionale e regionale debbano chiarire alla comunità iblea come stanno realmente i fatti”. Sull’argomento nei prossimi giorni la Cgil chiederà alla Commissione Ambiente dell’Ars una apposita audizione.