I carabinieri di Marina di Ragusa hanno denunciato un licatese per truffa. La settimana scorsa, su un sito web di annunci, era stata pubblicata la vendita di una motocicletta usata. Un rivenditore di veicoli della provincia di Napoli aveva visto l’annuncio e, ritenendolo interessante ha contattato il venditore. I due si sono accordati sul prezzo e sulle modalità di ritiro del veicolo, una mattina di qualche giorno dopo a Marina di Ragusa. Il compratore per fermare l’affare ha anticipato una caparra di 150 euro accreditandoli sulla carta di credito ricaricabile del venditore. Dovendo andare anche a Palermo, l’imprenditore napoletano parte e si reca a Marina di Ragusa. All’ora e luogo prestabiliti però non si presenta nessuno: né motocicletta né venditore… Il napoletano prova a chiamare ma invano. Dopo un po’, capito di essere stato imbrogliato, il napoletano si rassegna e riparte alla volta di Palermo. Arrivato a Enna, però, riceve una telefonata dal venditore che si scusa per l’inconveniente e lo invita a ritornare indietro. Allora lui inverte la marcia e ritorna a Marina. Ma per la seconda volta nello stesso giorno l’inserzionista non si presenta. Il truffato, furioso, va dai carabinieri di Marina di Ragusa e denuncia il tutto. Sono bastati pochi giorni d’indagine ai carabinieri per ricostruire il tutto e identificare l’autore della truffa: G.R., un 22enne licatese già noto alle forze dell’ordine, residente a Marina di Ragusa, di fatto irreperibile. I militari sono infatti andati a cercarlo a casa ma di lui nessuna traccia. Nel corso delle indagini i militari hanno scoperto che il truffaldino inserzionista con analoghi artifizi e raggiri aveva imbrogliato già otto persone nell’isola riuscendo a vendere, dall’agosto 2015, sette auto in cinque provincie diverse e addirittura un pappagallo, oltre alla fantomatica moto. Il modus operandi è sempre lo stesso: prezzo allettante, caparra su carta ricaricabile e poi scompare. I carabinieri invitano a porre attenzione massima e identificare bene il venditore prima di pagare, cercando in ogni modo di evitare accrediti su tessere ricaricabili.
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