Riceviamo e pubblichiamo dall’associazione VivIbla. “E’ di pochi giorni fa la notizia che ci lascia sorpresi, delusi e amareggiati e anche arrabbiati. Nella legge finanziaria in votazione si legge su proposta anche di Dipasquale in Commissione Bilancio: la legge regionale 11 aprile 1981, n. 61, è annualmente rifinanziata per l’importo di 5.000 migliaia di euro con i proventi derivanti dalle coltivazioni di idrocarburi liquidi e gassosi nel territorio del comune di Ragusa di spettanza del comune medesimo.” E’ un gioco delle tre carte che nasconde l’inadempienza gravissima della regione di non finanziare la legge speciale (mentre dà soldi, a Siracusa ed Agrigento mantenendone di fatto il finanziamento regionale), “costruendo” così un giochetto teso solo a distrarre i creduloni. Il risultato del giochetto è l’umiliazione e il saccheggio di una città capoluogo e del suo patrimonio più pregiato e invidiato in tutto il mondo che viene assimilato a tutto e quindi cessa di essere “’Speciale”. Le somme della legge speciale sono a carico del bilancio pluriennale della regione. Vi è inoltre un evidente problema di legittimità legato al rifinanziamento della stessa legge, di carattere regionale, con risorse proprie del Comune. Risorse, peraltro, assolutamente variabili ed extra rispetto al bilancio comunale perchè non sono di certo entrate tributarie. Considerato che le royalty non sono un privilegio ma il “rimborso” per lo sfruttamento e il rischio potenziale ad esso connesso del sottosuolo di un territorio che è di competenza del comune dove avviene lo sfruttamento, questa manovra è una presa in giro oltre che una vergogna colossale perchè in totale contrasto con la Legge regionale 61/81 e con le leggi istitutive dell’ente territoriale Comune e con la sua autonomia finanziaria. C’è una illegittimità grande quanto una casa dal punto di vista tecnico contabile, l’ente regionale non può intervenire all’interno del bilancio del singolo ente comunale senza ledere l’autonomia dello stesso. Questa entrata straordinaria delle royalty che Ragusa come comune percepisce, non è un dato fisso ma è commisurata alla quantità di petrolio estratto, pertanto le quote, cioè le entrate, visto il calo continuo del prezzo del petrolio, scenderanno sempre più e ci potrebbe essere la seria possibilità che al comune di Ragusa non arrivino i soldi a sufficienza e non solo per finanziare la legge. Inoltre l’aumento dal 10 al 20% della percentuale del prelievo da parte della regione porterà le società petrolifere dell’estrazione ad una riflessione sui futuri investimenti e pertanto sulla convenienza o meno di mantenere i pozzi meno redditizi. La legge 61/81 ha rappresentato e rappresenta per la città di Ragusa e non solo, uno strumento che ha consentito di intraprendere un percorso importante nel recupero di un luogo di valore inestimabile che è riuscito a diventare sito dell’UNESCO grazie all’unico, immenso patrimonio artistico che i nostri padri ci hanno lasciato. Di tutto ciò ne ha beneficiato non solo Ragusa, ma anche tutto il territorio del sud-est che ha visto un incredibile sviluppo turistico i cui visitatori si sono riversati a Ibla e anche in tutto il territorio provinciale. Ibla ha raggiunto percentuali di incremento turistico di oltre il 100%, non si capisce perché deve essere penalizzata. I fondi impiegati hanno visto rivivere e risorgere splendidi palazzi barocchi, chiese, facciate, strade e vicoli medioevali, generando un movimento economico colossale che è sotto gli occhi di tutti. Pur tuttavia nonostante il lavoro svolto c’è tanto ancora da fare, dai parcheggi alla rivisitazione dell’intera rete idrica e fognaria, al recupero di interi quartieri. Sarebbe un gravissimo danno economico non solo per la città di Ragusa ma anche per l’intera provincia se questo percorso di valorizzazione intrapreso nell’81 con l’omonima legge, dovesse non più continuare attraverso il mancato finanziamento della legge. Sarebbe considerato dalla collettività tutta un fallimento e una sconfitta della politica locale e dei rappresentanti provinciali mandati a Palermo per tutelare gli interessi della provincia e della città capoluogo dove hanno raccolto molti consensi. Ibla è un bene e un valore assoluto nell’ambito di tutto il sud-est, tutto il mondo la invidia proprio perché ha conservato una caratteristica unica non presente da nessuna parte: l’impianto urbanistico medioevale e contestualmente una architettura barocca. Inoltre è un sito che può, da solo, porre le basi per uno sviluppo turistico-economico imponente che potrà servire per dare lavoro ai nostri giovani, ai nostri figli. Pertanto invitiamo i nostri rappresentanti a Palermo a non abbassare la guardia e a non rinunciare a lottare per la 61/81, la popolazione ragusana saprà discernere e dare il consenso elettorale a chi difenderà il territorio perché salvare la 61/81 significa difendere l’economia di Ragusa e Provincia”.
Panoramica sulla Privacy
Il trattamento e la raccolta dei dati personali e della privacy è regolamentata dall'Articolo 13 del Decreto Legislativo del 30 Giugno 2003 numero 196 "Codice in materia di protezione dei dati personali" e dal Regolamento Ue 2016/679, noto come GDPR (General Data Protection Regulation) in vigore dal 25 Maggio 2018.
Per l'informativa completa vi rimandiamo alla pagina Privacy Policy.