Alle 6 di giovedì mattina i militari hanno circondato e bloccato le entrate e le uscite del capannone di Corrado Giuca nella zona Asi di Pozzallo. E’ l’esecuzione di sfratto coatto che si temeva da mesi. Da ottobre, infatti, il capannone dell’uomo era stato venduto all’asta ad un imprenditore della medesima area artigianale di Pozzallo, dopo un notevole ribasso del suo valore, passando da circa due milioni di euro a 400 mila euro. Dopo le azioni di Giuca, che si era barricato dentro l’azienda, era arrivata la proroga per dare la possibilità all’imprenditore, che aveva ripreso a lavorare per la realizzazione dell’autostrada Siracusa – Gela, di poter avere un mutuo dalle banche e far ricomprare al figlio il capannone dall’acquirente. Per 158 giorni Giuca è rimasto barricato nella sua azienda, consapevole che prima o poi sarebbe accaduto quello che è stato questa mattina. L’allarme è stato lanciato dalle due persone che dormono in macchina fuori dal capannone ogni notte. Corrado Giuca si è barricato sul tetto minacciando di darsi fuoco con una tanica di benzina. La mediazione, con un significativo risvolto umano, da parte del vicequestore aggiunto Giorgio Terranova, e delle altre forze dell’ordine presenti, che hanno dialogato con l’uomo convincendolo prima ad allontanarsi dalla tanica di benzina e poi a scendere dal tetto del capannone, hanno evitato la tragedia. A confortare l’imprenditore pozzallese la proroga di un mese, fino al 13 aprile, per poter avere dalla banca un mutuo per riacquistare la struttura. Una speranza che per ora è tutto per la famiglia Giuca, stamattina accorsa disperata al capannone, alla minaccia dell’uomo che voleva darsi fuoco. “Una soluzione temporanea che da la possibilità di riacquistare il capannone”, sancisce Mariano Ferro, leader dei Forconi presente questa mattina durante la mediazione. “Ci rivolgiamo al Procuratore della Repubblica di Ragusa e al presidente del Tribunale di Ragusa, per chiedere se davvero si intende togliere la casa o l’azienda a tutte le persone in difficoltà”.