Dalle canzoni più struggenti, come “Cantu e cuntu” di Rosa Balistreri, con un omaggio dunque alla voce femminile della canzone popolare siciliana, alle canzoni che riprendono le caratteristiche dei siciliani. La canzone siciliana, quella più pura, capace di entrare nel cuore, di emozionare, di fare tornare bambini. Venerdì e sabato l’ha “raccontata” sul palco del Teatro Donnafugata un’artista straordinaria come Rita Botto, accompagnata dalla Banda di Avola per lo spettacolo “Terra ca nun senti”. Sold out per entrambi gli appuntamenti serali ma soprattutto la soddisfazione di aver riscoperto canzoni che fanno parte della nostra tradizione e che non solo non vanno dimenticate, ma vanno riscoperte. Come nel caso di “La virrinedda” con tutto il suo ritmo e la sua allegria. Una musica che racconta la Sicilia, una terra dai tantissimi contrasti, con parole e note che passano dai temi più gioiosi alle canzoni più amare, dedicate all’immigrazione, come “Terra ca nun senti”, un rimprovero ad un paese che non ha saputo prendersi cura dei suoi figli. La stagione teatrale 2015-206 del Teatro Donnafugata è diretta dalle sorelle Vicky e Costanza Diquattro, con la consulenza dell’attore e regista Carlo Ferreri e il coordinamento di Clorinda Arezzo. Il prossimo ed ultimo appuntamento è per il 9 e 10 aprile.