E’ con incredulo sgomento che siamo venuti a conoscenza che non torneremo più a vivere quella stanza, imperniata dei nostri ricordi, e di quelli dei nostri padri e dei nostri nonni…hanno sradicato le nostre radici, hanno cancellato la nostra storia, hanno svenduto il nostro rispetto a tutela dei privilegi dei più forti. Ci sentiamo umiliati, e lasciati soli proprio da, quei compagni e da quelle forze politiche che si erano sempre dichiarate vicino alle nostre idee, alle nostre ragioni, ai nostri valori”. -queste le parole di amarezza e di delusione, dei membri della Lega Miglioramento dei Contadini di Comiso, che si sono visti privati dei locali ubicati in Piazza Fonte Diana, utlizzati già dal 1920. Nel corso dei festeggiamenti per la vittoria elettorale del sindaco socialista Giuseppe Divita, fu accoltellato Matteo Iurato, presidente della Lega e persero la vita alcuni contadini. Dopo quel doloroso evento il sindaco nonchè proprietario dell’intero stabile pensò di dare loro gli spazi. Nonostante l’avvicendarsi del diritto di proprietà per oltre un secolo, mai nessuno aveva pensato di “sfrattare” chi con i loro sacrifici, i loro risparmi, il loro esempio, il loro orgoglio ha portato avanti quei principi sani di rispetto e di democrazia sociale. Scrive il Laboratorio politico Berlinguer:” Un’ingiustizia che non ha eguali, passerà alla storia, dal dopoguerra ad oggi, con giudizio unanime, come la trovata fantasiosa e luminare che se da un lato rattoppa e riequilibra sistemi politici- economici celati, dall’altro offende e calpesta la dignità di tanti uomini che, da custodi e narratori della storia, hanno condiviso momenti in un luogo, come la piazza, di ascolto e di contatto diretto con la gente. Mentre tra le mura del Palazzo i signorotti intonano rindondanti fonemi di etica e morale sull’agorà antistante la povera brava gente si vede depauperata di un pezzo di vita propria e di una cultura atavica. Umiliazione, oltraggio, torto, offesa, questi gli elementi che oggi si respirano in piazza… Ci si chiede pertanto se per una manciata di spiccioli, era proprio necessario cancellare quella fila di anziani accomodati in fondo sulle bianche sedie di plastica sempre pronti a sorridere, a raccontare e far vivere la storia e le emozioni dei tempi passati; ci si chiede se tale vendita sia stata il risultato di numerosi confronti oppure il rimedio machiavellico degli innovatori della politica che con vanagloria hanno demolito un secolo di storia… Addio Lega! Addio Memoria! Addio Storia!”.
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