La società si evolve e con essa cambiano anche i programmi e l’organizzazione dell’istruzione scolastica. La rigida suddivisione per genere delle classi, quando non addirittura degli edifici, appartiene ormai alla storia, gli istituti femminili dove si insegnava il mestiere della perfetta donna di casa sono solo un lontano ricordo di persone non più giovanissime. Se sul versante dei diritti delle donne sembra di essere ormai a buon punto, la lotta contro altre forme di discriminazione ed emarginazione che hanno come oggetto persone percepite come “diverse” è purtroppo ancora dura. Anche solo essere sospettati di avere identità di genere o orientamento sessuale diverso da ciò che viene ritenuto “normale” basta per scatenare la derisione, la denigrazione, l’odio. Fino a conseguenze drammaticamente estreme. A gettare benzina sul fuoco sono spesso persone convinte da leggende metropolitane, prima fra tutti la fantomatica “teoria del gender”, che l’educazione dei bambini non sia un problema sociale ma sia faccenda squisitamente culturale e, soprattutto, privata. Ma fino a che punto è realmente così? Partirà da queste premesse la conferenza dibattito “Affettività, sessualità, generi e… gender” che si terrà domenica 3 aprile, a partire dalle 16.30, presso l’Auditorium Santa Teresa di p.zza Chiaramonte a Ragusa Ibla, accanto alla facoltà di lingue. L’evento è a porte aperte ed è organizzato dal circolo Uaar, unione degli atei e agnostici razionalisti, sezione di Ragusa. Sul tavolo dei relatori saranno presenti: l’on. Maria Marzana, deputata della Repubblica e componente della Commissione cultura della Camera; la dott.ssa Gaetana D’Agostino, psicologa psicoterapeuta e coordinatrice regionale di Altrapsicologia; il prof. Giacomo Mastruzzo, presidente provinciale dell’Aimc ed ex dirigente scolastico. Tre ambiti di competenza e altrettanti punti di vista diversi sulla scuola e su quello che ci si dovrebbe aspettare da questa istituzione riguardo alla formazione dei cittadini di domani, quanto più possibile liberi da pregiudizi, e al contrasto di ogni forma di discriminazione, di omofobia, di bullismo. Perché se è vero che l’odio può essere innato in qualunque essere umano è altrettanto vero che attraverso l’educazione questo può essere amplificato o attenuato, e nessuna società può permettersi di investire sull’odio. Semmai sull’amore.