La fibrillazione atriale è l’aritmia più comune nei pazienti con età maggiore di 65 anni ed è fra le cause principali di ictus ischemico dopo i 50 anni. L’ictus nei pazienti con fibrillazione atriale è determinato dalla formazione in questi pazienti di trombosi e la migrazione accidentale di questo coagulo può raggiungere i vasi del cervello e occluderli, causando appunto un accidente cerebrale. Per prevenire questo, tutti i pazienti con fibrillazione atriale devono assumere farmaci anticoagulanti orali, che previene i trombi ma li espone a rischio di emorragie, soprattutto in soggetti anziani, “fragili” o con predisposizione alla emorragia. Per questo gruppo di pazienti che non tollerano la terapia anticoagulante, una cura efficace, ampiamente in uso da 1-2 anni, è impiantare un dispositivo di occlusione dell’atrio: a forma di un ombrellino, chiude il flusso di sangue all’atrio e così impedisce la formazione di trombi. Ad oggi, l’impianto viene fatto in tutti i centri con la guida dell’ecografia trans-esofagea e il supporto dell’anestesia generale. Grazie all’introduzione di una nuova sonda per ecocardiografia “intracardiaca”, è stato possibile impiantare, presso la Cardiologia di Ragusa, un “ombrellino” in atrio sinistro ad un paziente che non poteva essere sottoposto ad anestesia generale, completando l’intervento in circa 1 ora in anestesia locale. «Nessun altro centro in Italia, al di fuori del “Monzino” di Milano, ha eseguito un impianto di protesi in atrio per via ecografica intra-cardiaca”- dice il Dr. Nicosia, direttore della Struttura Complessa di Cardiologia di Ragusa. La qualità delle immagini ottenute da queste sonde miniaturizzate che fanno l’ecografia dentro le cavità cardiache direttamente è impressionante! Si tratta di un successo della nostra squadra: il Dr. Campisi e il team di Emodinamica, e l’amministrazione della ASP di Ragusa che ci ha messo nelle condizioni di farlo».